cronologia
tipologia tomba
ubicazione
posizione nell'edificio
Chiostro del Capitolo, lato est.
autori
matriali e tecniche
Marmo scolpito e inciso.
stato di conservazione
note storico-critiche
L’opera fu commissionata da Giacomo Caimo che ne ideò anche la dedica. Il monumento sepolcrale a parete è costituito da una edicola architettonica fortemente ribassata contenente la targa celebrativa. Alla base è posta la cartella incisa con enigma, composto dall’uroboro nel quale si incrociano una mazza e un ramo d’alloro; lateralmente a quest’elemento, due modiglioni fogliati reggono pilastri compositi dal fusto decorato con racemi e fiori. Un profilo ribattuto a muro partecipa verticalmente all’innalzarsi del sepolcro mostrando volute sormontate da piedistalli ansati su cui poggiano piccole urne mentre un’altra voluta e un capitello di uguale fattura rispetto a quello del pilastro, si innestano alle spalle della trabeazione principale completando il gioco percettivo. La tomba di Cottunio è completata all’apice da un timpano curvo spezzato recante al centro il blasone del defunto. La morte del docente fu preceduta da undici giorni di malattia e il funerale poi solennemente svolto venne descritto dal suo allievo Niccolò Pollicalà di Cefalonia. La cronaca fu inserita nel Palladis Lacrymae, un’opera rimasta inedita, ma che il friulano Giacomo Caimo (Bovo 2015), professore di diritto civile, protettore della Nazione Ultramarina, antico sodale del Cottunio e come lui socio dei Ricovrati, aveva intenzione di pubblicare per rendere il meritato onore al filosofo. Dal testo di Pollicalà si apprende che durante lo svolgersi della funzione che portò il corpo prima dinnanzi al palazzo del Bo e poi alla chiesa del Santo, il catafalco era stato agghindato con le due catene d’oro che Cotunio aveva ricevuto dal re di Francia Luigi XIV e dall’arcivescovo di Salisburgo. Questi simboli di assoluto prestigio vennero in seguito venduti dagli eredi testamentari per finanziare il mantenimento del collegio a cui Giovanni aveva legato gran parte delle sue ricchezze (Bovo 2015).
bibliografia
Nicolai Comneni Papadopoli Historia Gymnasii Patavini, Sebastiano Coletti, Vol. I, Venezia 1726, pp. 367-368; Jacobi Facciolati Fasti gymnasii Patavini, Giovanni Manfrè, Voll. II, Padova 1757, vol. II, p. 285; Girolamo Tiraboschi, Biblioteca Modenese, o notizie della vita e delle opere degli scrittori natii degli stati del Serenissimo Signor Duca di Modena, Voll. VI, Società Tipografica, Modena 1781- 1786, vol. V, p. 53; Bernardo Gonzati, La Basilica di S. Antonio di Padova descritta ed illustrata, Bianchi, Voll. II, Padova 1854, vol. II, p.283-284; Tatiana Bovo, Giovanni Cottunio e gli intellettuali greci a Padova nel XVII secolo: dalla matrice accademica alla prospettiva panellenica, XXVI ciclo della scuola di dottorato in Lingue, Culture e Società moderne dell’Università Cà Foscari, supervisore Professoressa Caterina Carpinato, Venezia 2015, pp. 131-192.