cronologia
tipologia tomba
ubicazione
posizione nell'edificio
Secondo pilastro di destra, rivolto verso la controfacciata.
autori
matriali e tecniche
Marmo bianco, marmo rosa, marmo grigio, pietra di paragone, blasone dipinto, fondo della nicchia a tasselli dorati.
stato di conservazione
note storico-critiche
Profondo cordoglio il 30 agosto 1649 giorno della morte; gli accademici accompagnarono le spoglie del grande scienziato nel chiostro del Capitolo ad paretem meridionalem (Tomasini 1654), un rammarico aumentato dal fatto che l’ovvio e degno successore, Johann Wirsung, era già lì sotterrato dal 23 agosto 1643. Oggi delle tombe terragne dello studente, Wirsung, e del docente Wesling non vi è traccia, già derelitta la lapide del primo nella descrizione del Salomonio (Salomoni 1701; Ongaro 2010). Le ultime volontà testamentarie indicavano un lascito di cinquecento ducati affinché fosse eretta una memoria (De Vincenti, Guerrieri 2021) nella basilica del Santo; il compito fu sorvegliato dal suocero Ioannes Pueppa Lotharingus con il concorso di Ottavio Ferrari e Johan Rhode (Ongaro 2010; Bovo 2015) che dettarono la targa dedicatoria scolpita in pietra di paragone. Ottavio Ferrari aveva creato anche la dedica nella memoria per Wirsung, ma soprattutto Rodio, o Rhode, fu legato a Wesling per via di trascorsi e interessi comuni. L’artista o gli artisti autori del cenotafio sono ancora sconosciuti anche se l’impianto architettonico e il modello scultoreo è ricondotto in maniera dubitativa a certi modi di Mattia Allio (De Vincenti, Guerrieri 2021); certo è che il lessico progettuale, il germe compositivo di questo deposito traslerà nel successivo e vicinissimo monumento per Giulio, Giacomo ed Ettore Sala progettato proprio dall’Allio. Il monumento Wesling, speculare alla memoria per il collega Giandomenico Sala, ha una nicchia oblunga in cui all’interno, nell’appendice sommitale, risiede il busto del professore posto su un piedistallo. Al di sotto della base a volute presenzia, massiccia, la pietra nera con dedica mentre più in basso è posto lo stemma familiare in cui è ancora ben evidente l’originaria policromia. Il ritratto di Wesling, confrontabile con quelli a stampa massimamente diffusi a partire dal 1647, anno della seconda edizione del capolavoro Syntagma Anatomicum, è avvolto in un panno ben più leggero e impalpabile rispetto al tipo solitamente scolpito nella scuola degli Allio; ben visibile sul petto pende la catena da cavaliere di Gerusalemme, titolo con cui era stato insignito e vanto dell’effigiato. Grazie all’adozione del medesimo contrasto cromatico adottata nel monumento per Giandomenico Sala, l’intera specchiatura di fondo, illumina da un’apparecchiatura di tessere dorate, alleggerisce la struttura, risultando però nettamente meno riuscita rispetto all’altra in cui è posata la pietra gialla veronese. Due colonne in marmo mischio, abbinate a identici pilastri laterali ribattuti a parete reggono capitelli compositi, pulvini e architrave spezzata con frontone a ellisse interrotto. L’apice si conclude con un secondo e più minuto frontone dal timpano cavo.
bibliografia
Iacobi Philippi Thomasini Gymnasium Patavinum, Nicolò Schiriatto, Udine 1654, p.493; Jacobi Salomoni Urbis Patavinae inscriptiones sacrae, et prophanae, Johannes Baptista Caesari, Padova 1701, p. 411; Nicolai Comneni Papadopoli Historia Gymnasii Patavini, Voll. II, Sebastiano Coletti, Venezia 1726, vol. I, p.365-366; William Bray, Diary and correspondence of John Evelyn, Voll. IV, Henry Colburn, London 1850, vol. I, pp. 211, 215, 217, vol. II p. 31; Gino Benzoni, Caimo Pompeo, in Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto dell’Enciclopedia italiana, Roma 1973, vol. 16, 357- 360; Camillo Semenzato, Il secolo XVII: tombe e cenotafi, in Le sculture del Santo di Padova, a cura di Giovanni Lorenzoni, Neri Pozza Editore, Vicenza 1984, pp. 173- 192: p. 182; Antonio Gamba, Johann Georg Wirsung: un celebre scolaro straniero dello Studio di Padova, in «Padova e il suo territorio», 6(1991), 30, pp. 8-11; Lorenzo Di Fonzo, Il p. Francesco Sansone da Brescia OFMConv Ministro generale e mecenate francescano 1414-1499, in Frate Francesco Sansone ‘de Brixia’ Ministro generale OFMConv (1414-1499). Un mecenate francescano del Rinascimento a cura di Giovanna Baldissin Molli, Centro Studi Antoniani, Padova 2000, pp. 9-49: p. 44, nota 25; Luciano Bonuzzi, Medicina e sanità, in Storia di Venezia. Dalle origini alla caduta della Serenissima, Voll. XIV, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 1992- 2007, vol. V, 407- 440; Giuseppe Ongaro, Wirsung a Padova 1629-1643, Antilia, Padova 2010, pp. 56-62, 83; Sanjib Kumar Ghosh, Johann Vesling (1598–1649): Seventeenth century anatomist of Padua and his Syntagma Anatomicum, in «Clinical Anatomy» 8 (2014), 27, pp.1122-1127 ; Tatiana Bovo, Giovanni Cotunnio e gli intellettuali greci a Padova nel XVII secolo: dalla matrice accademica alla prospettiva panellenica, XXVI ciclo della scuola di dottorato in Lingue, Culture e Società moderne dell’Università Cà Foscari, supervisore Professoressa Caterina Carpinato, Venezia 2015, p. 196; Monica De Vincenti, Simone Guerriero, Monumenti sepolcrali del Seicento, in La pontificia basilica di sant’Antonio in Padova, a cura di Luciano Bertazzo, Girolamo Zampieri, L’Erma di Bretschneider, Roma 2021, pp. 1397-1458: pp.1410-1413.