biografia
Giovanni Battista Morgagni nacque a Forlì il 25 maggio 1682 da Fabrizio e da Maria Tornielli (Ongaro 2002; Ongaro 2012; Ongaro 2015; Zampieri 2021). Si laureò in Filosofia e Medicina a Bologna (1701), dove si dedicò agli studi anatomici sezionando i cadaveri nel nosocomio di Santa Maria della Morte. Si ispirò alle teorie di Marcello Malpighi, fondatore dell’anatomia microscopica, attraverso gli insegnamenti del maestro Antonio Maria Valsalva. A causa dell’ostilità dell’ambiente universitario conservatore della città felsinea, Morgagni si trasferì nel 1707 a Venezia con la speranza di ottenere una cattedra a Padova. In ambiente veneto si relazionò con alcuni studiosi provenienti, come lui, dall’Emilia Romagna, per esempio Antonio Vallisneri , Bernardino Ramazzini e Domenico Guglielmini. Con quest’ultimo, anch’egli allievo del Malpighi e professore a Padova di Medicina teorica, strinse amicizia, tanto che i due nel 1708 entrarono a far parte dell’Accademia Cesarea Naturae Curiosorum a Venezia. Dopo il soggiorno padovano-veneziano (1707-1709), tornò a Forlì a esercitare la professione di medico, ma, con la morte di Guglielmini (1710) si liberò la cattedra di Medicina teorica in primo loco che fu occupata dal Vallisneri, che abbandonava quella in secondo loco. L’8 ottobre del 1711 Morgagni ottenne quest’ultima cattedra che tenne fino al 1715, anno in cui sostituì Michelangelo Molinetti ottenendo finalmente la prima cattedra di anatomia. Egli mantenne tale cattedra per cinquantacinque anni fino alla morte, avvenuta la sera del 5 dicembre 1771 (Ongaro 2016). Fu visitato dal medico e professore Luigi Calza. Venne sepolto nella chiesa di San Massimo, luogo in cui era stato tumulato Guglielmini . L’ultima ricognizione della tomba di Morgagni ha portato all’individuazione del cranio del professore grazie al quale è stato ricostruito il volto in 3D (Zampieri 2021). Morgagni, definito il “Principe degli anatomici europei”, è considerato il fondatore dell’anatomia patologica. Tra le numerose pubblicazioni di medicina, la più importante fu il De sedibus et causis morborum per anatomen indagatis (1761). Con la ricerca autoptica e con il confronto delle storie cliniche si potevano trovare la causa e la sede delle malattie e, in tal modo, si potevano individuare diagnosi e cura (Zampieri, Thiene 20212; Zampieri, Zanatta 2022). Fu membro di numerose Accademia: quella degli Inquieti di Bologna (dal 1699), quella dei Filargeti di Forlì, quella degli Agiati di Rovereto, ma anche la Royal Society di Londra (1724), l’Académie Royale des Sciences di Parigi (1731), l’Accademia imperiale delle scienze di Pietroburgo (1735) e l’Accademia delle scienze di Berlino (1754). Entrò all’Accademia dei Ricovrati nel 1712 (Maggiolo 1983). Nel 1715 divenne il protettore della Natio Germanica Artistarum, la quale gli dedicò nel 1769, ancora vivente, un busto nel Teatro Anatomico attribuito a Pietro Danieletti. La sua imponente biblioteca, che contava circa quattromilacinquecento volumi, fu acquistata nel 1773 dall’Università di Padova e destinata alla Biblioteca Universitaria. Per evitarne la dispersione, fu lo stesso Morgagni negli ultimi anni di vita a specificare che i libri erano “da vendersi tutti insieme” (Barile, Suriano 1983; Aliano 2016). Dall’unione con Paola Vergeri, sposata a Forlì il 22 settembre 1712, nacquero quindici figli; due di loro, Margherita e Luigia Domenica Rosa, vennero ritratte dalla celebre pittrice Rosalba Carriera. Le effigi di Morgagni sono state al centro delle Celebrazioni Morgagnane del 2011-2012 (Zampieri, Zanatta, Rippa Bonati 2012).
cronologia
tipologia tomba
ubicazione
posizione nell'edificio
Navata, pavimento.
autori
matriali e tecniche
Pietra bianca incisa, inserti metallici, cornice in rosso ammonitico di Verona, marmo screziato, niello.
stato di conservazione
note storico-critiche
Morgagni, in seguito alla morte della moglie avvenuta il 2 settembre 1770, fece preparare il sepolcro per sé, per i familiari e per i professori dell’Ateneo che lo avessero desiderato. L’iscrizione è stata copiata numerose volte nelle raccolte epigrafiche (Ferretto 1810; Zaramella 1997), nei testi di storia universitaria (Mosca 1764: addenda del 1780 conservata alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze; Fabroni 1785; Colle, Vedova 1841), nelle pubblicazioni storico-artistiche (Rossetti 1780; Toffanin 1969) fino a Foladore (2012) che l’ha trascritta con criteri moderni. Più tardi Versari (1868) specificava con precisione la collocazione del sepolcro: “[Morgagni] fu sepolto, secondo quanto avea apparecchiato e disposto, nella chiesa di S. Massimo innanzi la seconda cappella a destra di chi entra, e in un’arca sotterranea, sul pavimento della quale m’inchinai devotamente, e nella lapide soprastante lessi […] la bella epigrafe”. In occasione del settimo centenario dell’Università di Padova (1922) si decise di restaurare la lapide, aggiungendo la cornice decorata che la circonda tutt’oggi. L’idea, proposta dal professore di Farmacologia Luigi Sabbatani, venne attuata conservando “la primitiva pietra sepolcrale” decorandola “con una fascia a mo’ di cornice in marmo colorato” (Acta universitatis 1925). Era sfuggito agli studi moderni l’autore degli ornamenti: lo scultore e marmista padovano Antonio Penello attivo in numerosi cantieri cittadini come quello universitario dell’ala Fondelli del palazzo del Bo completato nello stesso anno (per un profilo sullo scultore: Negri 2018). L’elegante cornice presenta degli scudi angolari in marmo screziato e degli intrecci di rami di alloro e di quercia. In occasione del restauro del tempio nel 1983, due lati “del tutto degradati” (Bareato 2012) della cornice vennero tolti e sostituiti da copie in stile su cui si incise la data moderna. Le fotografie precedenti al bombardamento del 30 dicembre del 1943 (per le vicende durante la Seconda guerra mondiale: Pietrobelli 2020), una edita da Cagnetto (1932) e una conservata in Biblioteca Civica (RIP, XLI, 7661), mostrano l’iscrizione con la stessa lesione della pietra bianca sull’angolo superiore destro (probabilmente frutto di reintegrazione durante il restauro del 1922). I danni che si vedono oggi sulla superficie della lastra sono da attribuire plausibilmente ai detriti caduti in seguito all’attacco aereo alleato.
bibliografia
Giuseppe Mosca, Vita di Giovambattista Morgagni, pubblico primario professore di notomia nello Studio di Padova, e socio delle più insigni Accademie d’Europa, presso Vincenzo Manfredi, in Napoli 1764, p. VI; Giovambattista Rossetti, Descrizione delle pitture, sculture ed architetture di Padova con alcune curiose osservazioni intorno ad esse, ed altre curiose notizie, nella Stamperia del Seminario, in Padova 1780, p. 242; Angelo Fabronio Vitae Italorum doctrina excellentium qui saeculis XVII. et XVIII. floruerunt, excudebat Aloysius Raphaellius, Pisis 1785, vol. XII, pp. 1-58: 52; Giacomo Ferretto, Iscrizioni sacre e profane della città di Padova parte omesse nelle sue collezioni MDCCI e MDCCVIII da Jacopo Salomonio e parte le posteriormente scoperte e poste raccolte e con varie annotazioni illustrate da me D. Giacomo Ferretto di Monselice, 1810, manoscritto, Padova, Biblioteca Civica, BP.1.992, I, p. 156; Francesco Maria Colle, Giuseppe Vedova, Fasti Gymnasii Patavini iconibus exornati ad anno MDCCLVII usque ad MDCCLXXXVII, 3voll., ex Officina Angeli Sicca, Patavii 1841, I, pp. 144-145; Camillo Versari, Vita ed elogio di Giambattista Morgagni con alcune particolari notizie ignote ai più, Tipi Gamberini e Parmeggiani, Bologna 1868, p. 53; Acta Universitatis Patavinae septima saecularia celebrantis, 1222-1922, coi Tipi della Tipografia Antoniana, Padova 1922, pp. 7, 19, tav. a p. 32; Giovanni Cagnetto, Giambattista Morgagni principe degli anatomici, «Padova. Rivista di storia arte e attività comunale», I (1932), 3, pp. 120-132: 129; Giuseppe Toffanin junior, La chiesa di S. Massimo, «Padova e la sua provincia», 7 (1969), pp. 3-7: 3; Elisabetta Barile, Rosalba Suriano, Il Catalogo di libri di Giambattista Morgagni, Lint, Trieste 1983; Attilio Maggiolo, I soci dell’Accademia Patavina dalla sua fondazione (1599), Accademia Patavina di Scienze Lettere ed Arti, Padova 1983, p. 209; Valerio Zaramella, Iscrizioni della città di Padova, Centro Studi Antoniani, Padova 1997, pp. 318-320: 319; Giuseppe Ongaro, Giovanni Battista Morgagni, in Professori e scienziati a Padova nel Settecento, a cura di Sandra Casellato, Luciana Sitran Rea, Antilia, Treviso 2002, pp. 20-30; Lorenzo Bareato, Il restauro e la chiesa ritrovata, in La chiesa di San Massimo in Padova cappella universitaria. Archeologia Storia Arte intorno alla chiesa di San Massimo. Risultati della ricognizione scientifica della tomba di Giovan Battista Morgagni e altri interventi, a cura di Girolamo Zampieri, L’Erma di Bretschneider, Roma 2012, pp. 123-154: 150-151; Giulia Foladore, Epigrafi, tombe e lapidi della chiesa di San Massimo, in La chiesa di San Massimo in Padova cappella universitaria […], a cura di Girolamo Zampieri, L’Erma di Bretschneider, Roma 2012, pp. 177-215: 188-189, 207, 209-211; Giuseppe Ongaro, Morgagni, Giovanni Battista, in Dizionario Biografico degli Italiani, 76, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 2012, pp. 742-748; Fabio Zampieri, Alberto Zanatta, Maurizio Rippa Bonati, Ritratti di G.B. Morgagni nelle collezioni pubbliche padovane. Museo d’arte medievale e moderna, Biblioteca Civica e Museo Bottacin, Cleup, Padova 2012, pp. 11, 13; Giuseppe Ongaro, Morgagni Giovanni Battista, in Clariores. Dizionario biografico dei docenti e degli studenti dell’Università di Padova, a cura di Piero Del Negro, Padova University Press, Padova 2015, pp. 236-237. Francesco Aliano, La biblioteca di Giambattista Morgagni, in L’eredità di Morgagni, atti del convegno di studi (Padova, Palazzo Bo, Aula Magna, 16 marzo 2012), a cura di Giuseppe Ongaro, Fabio Zampieri, Gaetano Thiene, Antilia, Treviso 2016, pp. 125-142. Giuseppe Ongaro, Introduzione a Morgagni, in L’eredità di Morgagni, atti del convegno di studi (Padova, Palazzo Bo, Aula Magna, 16 marzo 2012), a cura di Giuseppe Ongaro, Fabio Zampieri, Gaetano Thiene, Antilia, Treviso 2016, pp. 14-44; Massimo Negri, Roberto Cremesini e Antonio Penello: βίοι παράλληλοι, in Roberto Cremesini. Scultore e Medaglista. Un artista ritrovato, a cura di Girolamo Zampieri, L’Erma di Bretschneider, Roma 2018, pp. 227-242; Giulio Pietrobelli, Ricostruzioni. Ferdinando Forlati a Padova, Padova e il suo territorio, Padova 2020, pp. 15-18; Fabio Zampieri, Gaetano Thiene, Giovanni Battista Morgagni. Anatomia fonte di cure: la scienza medica a una svolta, in Medici rivoluzionari. La scienza medica a Padova dal Duecento alla Grande Guerra, Padova University Press, Padova 20212, pp. 180-187; Fabio Zampieri, Giovanni Battista Morgagni. La nascita della medicina moderna, Franco Angeli, Milano 2021; Fabio Zampieri, Alberto Zanatta, Interrogativi e ricerche sulla malattia fino a Morgagni, in Patavina Libertas. Una storia europea dell’Università di Padova (1222-2022). L’arte medica. La scuola padovana e la medicina in Europa e nel mondo, a cura di Giovanni Silvano, Padova University Press, Donzelli editore, Padova 2022, pp. 87-101.