DELLA TORRE GIACOMO

biografia

Giacomo o Jacopo della Torre (ca. 1360-1414) nacque a Forlì da una famiglia benestante, imparentata con i Pepoli di Bologna, figlio di Pietro – anch’egli medico e docente – e di Tisia Azzoli da Bertinoro. Studiò a Bologna o a Padova, e si laureò in arti e medicina attorno al 1383, avendo probabilmente come maestri Bartolomeo Colonna e Iacopo Avogari. Tra 1392 e 1393, a Bologna, ricoprì la cattedra di filosofia naturale e morale; tra 1399 e 1402, a Padova, insegnò quindi discipline mediche, trasferendosi in seguito nelle Università di Ferrara (1402-1405) e di Siena (1405-1407). Nel 1407 rientrò a Padova, dove passò alla lettura ordinaria di medicina teorica, con stipendio annuo di 600 ducati; nel 1412 fu in trattative per insediarsi nello Studio di Parma, non accettando infine il posto e innescando addirittura una controversia che provocò a sua difesa un intervento diplomatico da parte di Venezia presso il marchese Niccolò III d’Este. Ottenne la cittadinanza padovana nel 1410; sposato senza figli con Margherita Coltrari da Forlì, nel 1412 adottò il conterraneo ventottenne Francesco Pontiroli. Dettò il proprio testamento l’11 febbraio 1414, morì il giorno seguente e fu sepolto nella chiesa degli Eremitani; Gasparino Barzizza pronunciò la sua orazione funebre e a lui è attribuito anche il testo dell’iscrizione. “Monarca della medicina” nell’estimazione del tempo, fu interprete dei testi base dell’insegnamento scolastico, acquistando grande fama con opere che conobbero diffusione manoscritta e a stampa fino alla metà del Cinquecento: i Commentarii sugli Aforismi ippocratici (1403), sulla Tegni galenica (1407), adottato a Padova come libro di testo per il corso di medicina teorica, e sulla prima e seconda fen del Canone di Avicenna (Rigoni 1970; Sambin 1973; De Ferrari 1989; Gallo, in Del Negro 2015).

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cronologia

tipologia tomba

posizione nell'edificio

Antisacristia.

matriali e tecniche

Pietra scolpita.

iscrizioni

stato di conservazione

note storico-critiche

Il monumento funebre di Jacopo della Torre, cattedrato, si ergeva in origine sulla parete sinistra della navata della chiesa degli Eremitani, vicino al portale maggiore, tra gli altari della Pietà e di San Francesco di Sales; nel 1746 fu traslato all’anticappella Ovetari, tra la porta e la sepoltura dei giuristi tedeschi, mantenendone però solo il busto posto in nicchia e la lapide; dopo lo smantellamento dell’anticappella nel 1925-26, il bombardamento del 1944 e la successiva ricostruzione della chiesa, non ne resta oggi che il ritratto a mezzo busto del professore, abbigliato con la pelliccia di vaio, originariamente collocato in cattedra, come riportano sia Michele Savonarola (1440-45) che Scardeone (1560) e Portenari (1623): le mani, spezzate nella caduta provocata dal bombardamento, sono state restaurate dopo il 1965. Accompagnava l’immagine un’iscrizione lapidea, pure danneggiata nel bombardamento e attualmente conservata nel deposito della Soprintendenza di Padova, dove la data di morte indicata (12.2.1413) va intesa more veneto (Benucci 2005-; Pietrobelli 2020). Il 18 febbraio 1424 Francesco Pontiroli, figlio adottivo del defunto, pagò 37 ducati come compenso allo scultore veneziano Pantaleone di Paolo (ca. 1390-1465). Quest’ultimo fu uno dei più importanti impresari della pietra in Laguna, attivo in cantieri del calibro della chiesa di Santa Maria della Carità, attuale sede delle Gallerie dell’Accademia (1453), e della nuova ala occidentale di Palazzo Ducale (1463). Della sua attività più propriamente da scultore di figura, il busto di Jacopo della Torre è l’unica opera documentata pervenutaci; perduto è infatti il pulpito da lui realizzato per la stessa chiesa della Carità, pagatogli il 17 marzo 1426 (Rigoni 1929-30; Markham Schulz 2016; Markham Schulz 2017; Cera 2018).

bibliografia

Bernardinii Scardeonii De antiquitate urbis Patavii et claribus civis Patavini, ex officina Nicolai Episcopii iunioris, Basilea 1560, p. 424; Angelo Portenari, Della felicità di Padova, per Pietro Paolo Tozzi, Padova 1623, p. 449; Erice Rigoni, Lo scultore Egidio da Wiener Neustadt a Padova, «Atti e Memorie della R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti in Padova», 46 (1929-30), pp. 401-425: 424-425 [rist. in Erice Rigoni, L’arte rinascimentale in Padova. Studi e documenti, Antenore, Padova 1970, pp. 57-73: 72-73], doc. X; Paolo Sambin, Giacomo Della Torre, «Quaderni per la storia dell’Università di Padova», 6 (1973), pp. 149-161; Francesco Aulizio, Ricerche e studi su Giacomo Dalla Torre, «Romagna Medica», 13 (1961), pp. 351-378: 367-372; Wolfgang Wolters, La scultura veneziana gotica (1300-1460), 2 voll., Alfieri, Venezia 1976, vol. I, pp. 266-227, cat. 217; Augusto De Ferrari, Della Torre, Jacopo, in Dizionario Biografico degli Italiani, 37, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 1989, pp. 555-558; Franco Benucci, Corpus dell’Epigrafia Medievale, 2005, scheda 125. Soprintendenza 1, consultabile online: http://cem.dissgea.unipd.it; Donato Gallo, Della Torre Giacomo, in Clariores. Dizionario biografico dei docenti e degli studenti dell’Università di Padova, a cura di Piero Del Negro, Padova University Press, Padova 2015, pp. 130-131; Anne Markham Schulz, Shedding Light on the Venetian Sculptor Pantaleone di Paolo, «Arte Veneta», 72 (2015), pp. 49-59; Anne Markham Schulz, The History of Venetian Renaissance Sculpture, ca. 1400-1530, 2 voll., Harvey Miller Publishers, Turnhout 2017, vol. I, p. 99; Elena Cera, Pantaleone di Paolo taia piera veneziano, «Arte Veneta», 75 (2018), pp. 25-35; Giulio Pietrobelli, Ricostruzioni. Ferdinando Forlati a Padova, Quaderni di Padova e il suo territorio (Padova e il suo territorio), Padova 2020, p. 34.

autore scheda

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