PISONI OMOBONO

biografia

Omobono Pisoni, nato a Cremona l’11 novembre 1664, è una figura piuttosto negletta agli studi tanto che le informazioni basilari sulla sua biografia si ricavano da alcune fonti settecentesche (Zaccaria 1750; Facciolati 1757), da integrare con un profilo biografico moderno (Ongaro 2015). Si laureò in Filosofia e Medicina a Pavia il 16 giugno 1687 e l’anno successivo (8 novembre 1698) fu chiamato a Padova come lettore straordinario di Medicina pratica dierum vacantium. Oltre agli interessi in campo medico si dedicò alla composizione poetica in latino venendo definito “eruditus
philologus” (Arisi 1702). L’abate Giuseppe Gennari nelle sue Notizie ricorda alcune voci circolanti all’epoca, secondo le quali fu “accusato di non credere alla circolazione del sangue e, ciò che è peggio, di credere poco in Dio. È certo che nella sua patria ebbe essendo giovane qualche intrigo colla Inquisizione, ma non so di più” (Gennari 1982-1983; con erronea interpretazione del passo in Caravello 2002). In effetti, Pisoni fu uno degli ultimi oppositori alla circolazione sanguigna (Ongaro 2002) dimostrata da William Harvey (1578-1657) con la pubblicazione del De motu cordis (1628). Scrisse diversi libri: Ultio antiquitatis in sanguinis circulationem (Cremona 1690), Dissertatio de usu vescicantium in febri maligna (Cremona 1694), Cruentum periculum (Cremona 1695), l’Oratio pro juventute medicinae (Padova 1728), De regimine magnorum auxiliorum (Padova 1735) e Spicilegium curationum morborum (Padova 1742). Il Methodus medendi (Padova 1726), dedicato al patrizio Nicolò Cornaro, fu definito “totus Galenicus. Contra modernos medicos” (von Haller 1788). Con questa pubblicazione ottenne il passaggio alla cattedra di Medicina pratica straordinaria in primo loco nel 1728. Fece parte dell’Accademia dei Ricovrati a partire dal 1715 (Maggiolo 1983). Il nipote omonimo, Omobono Pisoni junior (1738-1817), figlio di Giuseppe, occupò la cattedra di Istituzioni mediche nello Studio patavino ed è noto per essere stato uno dei primi pionieri (insieme a Leopoldo Marco Antonio Caldani, sepolto agli Eremitani: Pietrobelli 2020) ad aver dato avvio alla pratica del vaccino contro il vaiolo (Caravello 2002). Dopo aver insegnato per cinquant’anni, Omobono senior morì il 23 settembre 1748 e venne sepolto nella chiesa di Santa Maria del Carmine.

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cronologia

tipologia tomba

posizione nell'edificio

Pavimento della navata, di fronte alla cappella di Santa Libera.

matriali e tecniche

Marmo bianco con quattro inserti metallici per le maniglie.

iscrizioni

stato di conservazione

note storico-critiche

L’iscrizione, oggi quasi illeggibile, è ricostruibile grazie alla testimonianza di Ferretto (1810) che copia il testo e ricorda la collocazione della lastra “davanti l’altare di S. Libera in terra”, cioè di fronte alla seconda cappella del lato sinistro della navata partendo dalla facciata (per la cappella: Gasparotto 1955). L’erudito ci lascia anche una breve biografia del professore indicandoci la data precisa in cui ottenne la cattedra di Medicina pratica straordinaria (6 novembre 1698), l’elenco delle pubblicazioni e un giudizio di merito, desunto da Facciolati (1757): “fu grande disputatore filosofo, né incolto poeta latino. Insegnò sempre con lode. Morì nel 1748”. Come si deduce dalla lapide, il Pisoni la fece realizzare quand’era in vita, nel 1741, forse per far seppellire il figlio Alessandro, morto prima del 1748 (Gennari 1982-1983). L’abate Gennari attesta che la sepoltura “avanti l’altare di S. Libera” ospitò Omobono e i due figli: il citato Alessandro “dottor di medicina” e Giuseppe (morto il 18 gennaio 1787) “cancelliere fiscale e avvocato criminale”.

bibliografia

Francesco Arisi, Cremona literata, Typis Alberti Pazzoni, & Pauli Montii, Parmae 1702, pp. 17, 267; Francesco Antonio Zaccaria, Storia letteraria d’Italia divisa in tre libri, nella Stamperia Poletti, in Venezia 1750, pp. 303-304; Jacopo Facciolati, Fasti Gymnasii Patavini, Typis Seminarii, Patavii 1757, vol. III, pp. 355-356, 378; Albrecht von Haller, Bibliothecae medicinae practicae, restituit, auxit et edidit Joachim Diterich Brandis, tomo IV, apud Em. Haller, & Joh. Schweighauser, Bernae-Basileae 1788, pp. 129-130; Giacomo Ferretto, Iscrizioni sacre e profane della città di Padova parte omesse nelle sue collezioni MDCCI e MDCCVIII da Jacopo Salomonio e parte le posteriormente scoperte e poste raccolte e con varie annotazioni illustrate da me D. Giacomo Ferretto di Monselice, 1810, manoscritto, Padova, Biblioteca Civica, BP 1.992, I, p. 92; Francesco Maria Colle, Giuseppe Vedova, Fasti Gymnasii Patavini iconibus exornati ad anno MDCCLVII usque ad MDCCLXXXVII, III voll., ex Officina Angeli Sicca, Patavii 1841, I, p. 90, II, p. 185; Cesira Gasparotto, S. Maria del Carmine, Tipografia Antoniana, Padova 1955, pp. 216, 223-226; Giuseppe Gennari, Notizie giornaliere di quanto avvenne specialmente in Padova dall’anno 1739 all’anno 1800. Introduzione, note ed apparati di Loredana Olivato, 2 voll., Rebellato, Cittadella 1982-1983, I, pp. 10, 70, 445; Attilio Maggiolo, I soci dell’Accademia Patavina dalla sua fondazione (1599), Accademia Patavina di Scienze Lettere ed Arti, Padova 1983, p. 252; Gianumberto Caravello, Omobono Pisoni iunior, in Professori e scienziati a Padova nel Settecento, a cura di Sandra Casellato, Luciana Sitran Rea, Antilia, Treviso 2002, pp. 247-255: 247, 251; Giuseppe Ongaro, Medicina, in L’Università di Padova. Otto secoli di storia, a cura di Piero Del Negro, Signum Editrice, Padova 2002, pp. 153-193: 186; Giuseppe Ongaro, Pisoni Omobono senior, in “Clariores”. Dizionario biografico dei docenti e degli studenti dell’Università di Padova, a cura di Piero Del Negro, Padova University Press, Padova 2015, pp. 264-265; Giulio Pietrobelli, Ricostruzioni. Ferdinando Forlati a Padova, Padova e il suo territorio, Padova 2020, pp. 40, 58, 90.

autore scheda

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