ORUS GIUSEPPE

biografia

Giuseppe Orus nacque a Parma il 26 febbraio 1751 da Giacomo, ispettore delle scuderie ducali, e Anna Privat, entrambi originari dalla Francia (Veggetti, Cozzi 1995-1996; Veggetti 2002; Veggetti 2013; Ongaro 2015). Negli studi giovanili dimostrò particolare interesse per la botanica e la chimica, ma anche un interesse per le arti, frequentando l’Accademia di pittura, scultura e architettura. La volontà di istituire nel Ducato di Parma l’insegnamento di veterinaria, sul modello delle prime scuole di quel genere sorte in Francia (a Lione nel 1763 e ad Alfort nel 1765) sotto la direzione di Claude Bourgelat, fece sì che il diciannovenne Orus venne inviato a studiare ad Alfort nel 1770. Una volta terminati gli studi, il maestro Bourgelat segnalò il giovane brillante alle autorità veneziane, interessate a creare una scuola ispirata a quelle francesi; così, Orus, assunto alle dipendenze della Magistratura ai beni inculti e deputati all’agricoltura, nell’ottobre del 1773 giunse a Padova e, in questo modo, oltre a insegnare in città, dovette compiere continui sopralluoghi nelle terre della Serenissima per gestire le epidemie del bestiame (a esempio in Istria e Dalmazia). Nella città patavina, egli si mise all’opera per sistemare l’ex convento delle Maddalene che era stato destinato a ospitare il Collegium zooiatricum Patavinum, istituito con decreto del 9 settembre 1773 e inaugurato nell’ottobre dell’anno successivo (Gennari 1982-1983; per la chiesa delle Maddalene, ancora esistente in via San Giovanni di Verdara, ma sconsacrata: Toffanin 1988). Per la sistemazione dell’ambiente fu coadiuvato dall’architetto Domenico Cerato. Tra i personaggi illustri che visitarono la scuola guidati da Orus vi furono, poco dopo l’apertura, l’imperatore d’Austria Giuseppe II nel 1775 e la granduchessa Amalia di Parma, appassionata di cavalli, nel 1781 (Gennari 1982-1983). Con il passaggio della Scuola di Veterinaria alle dipendenze dello Studio nel 1779, Orus venne assunto a pieno titolo come professore universitario. Nel 1787 il corso di Veterinaria, nel frattempo ridotto da quattro a due anni, prese il nome di Medicina, chirurgia e anatomia comparata e fu reso obbligatorio per gli studenti di Chirurgia. Fu un uomo eclettico, interessato alla botanica, alla chimica, alla musica e alla poesia (è noto un sonetto dedicato al patrizio Alvise Contarini). Oltre a curare personalmente il giardino annesso alle Maddalene, approntava i modelli per la fusione metallica di elementi correttivi per le zampe difettose dei cavalli. Fu socio dell’Accademia di Agricoltura di Padova (dal 1774; Maggiolo 1983), di quella di Belluno, socio corrispondente della Società Georgica dei Sollevati di Montecchio e della Società Patriottica di Milano. Morì a soli quarantadue anni il 27 settembre 1792, spirando tra le braccia dell’allievo prediletto e suo successore Antonio Rinaldini e venendo sepolto nella chiesa di San Giacomo Apostolo. A causa della precoce dipartita, il professore lasciò numerosi manoscritti e fece in tempo a pubblicare solo tre contributi scientifici: le Osservazioni fisico-pratiche sopra alcuni animali domestici villerecci (Padova 1779), la Metodica cura delle infiammazioni di petto de’ Bovini (1776) e il Metodo facile per la cura de la contagiosa malattia appellata cancro volante (1776). Il volume delle Osservazioni, dedicato al citato Alvise Contarini, fu stampato dalla casa editrice di Giuseppe Comino, sorta per volere del professore Giovanni Antonio Volpi e dei fratelli, che pubblicò gli importanti contributi scientifici di Giovanni Poleni e di Giovanni Battista Morgagni. La vedova Antonia Porta, di Parma, si occupò sia della sepoltura del marito, sia di far stampare il Trattato medico pratico di alcune malattie interne degli animali domestici (1793), l’opera più importante di Orus che era rimasta manoscritta. Di Orus esiste una fotografia ottocentesca, riproducente un ritratto, confluita insieme ai manoscritti nella Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio di Bologna (Veggetti, Cozzi 1995-1996).

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cronologia

tipologia tomba

posizione nell'edificio

Chiostro.

provenienza

Padova, chiesa di San Giacomo Apostolo.

matriali e tecniche

Marmo inciso.

iscrizioni

stato di conservazione

note storico-critiche

Le spoglie di Giuseppe Orus vennero poste nella chiesa di San Giacomo Apostolo “in un sepolcro a parte con lapide e iscrizione” (Veggetti, Cozzi 1996) di cui oggi rimane solo la targa qui presa in esame. Prima che il tempio fosse distrutto (Gasparotto 1955; Toffanin 1988) la sepoltura si trovava in prossimità dell’altare dedicato alla Madonna Addolorata (Ferretto 1810) e , come recita la sigla finale apposta nella lapire “M. P. C.”, Monumentum Ponendum Curavit, fu eretta per volontà di Antonia Porta, moglie del defunto. La traslazione ai Carmini era però già avvenuta nel 1841 (Colle, Vedova 1841) e nella nuova sede venne collocata in un luogo adiacente a quella per Giovanni Poleni, proveniente dal medesimo edificio. L’elogio nel marmo alle virtù del defunto e l’introduzione del suo insegnamento in Italia furono trascritte nel 1862 da Pietro Delprato, il quale, avendo ereditato dalla contessa Sofia Bulgarini Porta (imparentata con Antonia Porta) i manoscritti del professore, dedicò a lui e alla Scuola di veterinaria padovana una nuova pubblicazione. Un ultima citazione all’epigrafe, anche se con alcune imprecisioni, si trova nell’importante monografia a cura di Alba Veggetti e Bruno Cozzi (1996).

bibliografia

Giacomo Ferretto, Iscrizioni sacre e profane della città di Padova parte omesse nelle sue collezioni MDCCI e MDCCVIII da Jacopo Salomonio e parte le posteriormente scoperte e poste raccolte e con varie annotazioni illustrate da me D. Giacomo Ferretto di Monselice, 1810, manoscritto, Padova, Biblioteca Civica, BP.1.992, I, p. 100; Francesco Maria Colle, Giuseppe Vedova, Fasti Gymnasii Patavini iconibus exornati ad anno MDCCLVII usque ad MDCCLXXXVII, 2 voll., ex Officina Angeli Sicca, Patavii 1841, I, p. 103, II, pp. 190-191; Pietro Delprato, Note storiche sulla seconda Scuola veterinaria d’Italia e sopra Giuseppe Orus pubblico docente la medicina degli animali in Padova, Tip. Scolastica di Seb. Franco e figli, Torino 1862; Cesira Gasparotto, S. Maria del Carmine, Tipografia Antoniana, Padova 1955; Giuseppe Gennari, Notizie giornaliere di quanto avvenne specialmente in Padova dall’anno 1739 all’anno 1800, introduzione, note ed apparati di Loredana Olivato, 2 voll., Rebellato, Cittadella (PD) 1982-1984, I, pp. 127, 218, 307, 314, 474, 484, II, pp. 677-678, 880; Attilio Maggiolo, I soci dell’Accademia Patavina dalla sua fondazione (1599), Accademia Patavina di Scienze Lettere ed Arti, Padova 1983, p. 226; Giuseppe Toffanin, Cento chiese padovane scomparse, Editoriale Programma, Padova 1988, pp. 86-87, 109-110; Alba Veggetti, Bruno Cozzi, Giuseppe Orus fondatore del Collegium zooiatricum patavinum e socio della locale Accademia di Agricoltura, “Atti e memorie dell’Accademia Patavina di scienze lettere ed arti. Parte III. Memorie della classe di scienze morali lettere ed arti”, CVIII, 1995-1996, pp. 65-81; Alba Veggetti, Giuseppe Orus, in Professori e scienziati a Padova nel Settecento, a cura di Sandra Casellato, Luciana Sitran Rea, Centro per la storia dell’Università di Padova, Padova 2002, pp. 422-427; Alba Veggetti, Orus, Giuseppe, in Dizionario Biografico degli Italiani, 79, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 2013, pp. 766-768; Giuseppe Ongaro, Orus Giuseppe, in Clariores. Dizionario biografico dei docenti e degli studenti dell’Università di Padova, a cura di Piero Del Negro, Padova University Press, Padova 2015, pp. 248-249.

autore scheda

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