cronologia
tipologia tomba
ubicazione
posizione nell'edificio
Abside, atrio della cappella delle Reliquie, parete destra.
autori
matriali e tecniche
Marmo inciso.
stato di conservazione
note storico-critiche
Andrea Argoli, professore che il Gonzati dice religiosissimo (Gonzati 1853), decise ancora in vita, dopo la guarigione da accesso febbrile del 1648, di essere sepolto nella cappella della famiglia Turchetto, dedicata a San Francesco, un luogo ricchissimo di memorie, in posizione centrale rispetto alle altre cappelle radiali. Il lascito testamentario datato 1512 dell’ultimo erede dei Turchetto, cioè Lodovica, aveva reso proprietari del luogo i confratelli dell’ospedale di San Francesco. Per tale motivo Argoli dovette chiedere a questo formidabile ente caritativo il permesso d’essere lì tumulato una volta defunto. Questi acconsentirono purché si commemorasse con una targa anche il loro benestare (Luisetto 1983). Per la copiosità dei pellegrini transitanti nella sagrestia basilicale e ardenti dal desiderio di venerare le reliquie di sant’Antonio da Padova lì custodite, nel 1690 si decise di creare un nuovo luogo che potesse più comodamente renderle visibili (Bresciani Alvarez 1984). Dopo una falsa partenza per alcuni problemi costruttivi, il cantiere si spostò alle spalle dell’abside e così la cappella centrale, ovvero quella dedicata a Francesco d’Assisi, smise la sua funzione, venne in parte abbattuta e divenne elemento di raccordo tra il santuario antoniano e il nuovo progetto di Filippo Parodi. L’epigrafe indicante la tomba di Argoli è fortunatamente sopravvissuta e ancora visibile sulla parete d’accesso a questa appendice tardo seicentesca, mentre le tombe, l’altare e gli ornamenti, compresa la pala di Pietro Ricchi con il San Francesco stimmatizzato, sono stati dismessi, distrutti o ricollocati (Baldissin, 2022).
bibliografia
Giovanni Francesco Loredan, Girolamo Brusoni, Le glorie de gli Incogniti o vero gli huomini illustri dell’Accademia de’ signori Incogniti di Venetia, Francesco Valvasense, Venezia 1647, p. 19; Nicolai Comneni Papadopoli, Historia Gymnasii Patavini, Sebastiano Coletti, Venezia 1726, p. 367; Giammaria Mazuchelli, Gli scrittori d’Italia, cioè notizie storiche e critiche intorno alle vite e agli scritti dei letterati italiani, Voll. VI, Giambattista Bossini, Brescia 1753, Vol. I, parte II, p. 1045; Bernardo Gonzati, La Basilica di S. Antonio di Padova descritta ed illustrata, Voll. II , Coi tipi di Antonio Bianchi, Padova 1852-1853, vol. II, pp. 274-275; Giulio Brasciani Alvarez, Il tardo barocco: l’opera di Filippo Parodi e Giovanni Bonazza, in Le sculture del Santo di Padova, a cura di Giovanni Lorenzoni, Neri Pozza Editore, Vicenza 1984, pp. 198-205; Mario Gliozzi, Argoli Andrea, in Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto dell’Enciclopedia italiana, Roma 1962, vol. 4, pp. 132-134; Alberto Asor-Rosa, Argoli Giovanni, in Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto dell’Enciclopedia italiana, Roma 1962, vol. 4, p. 134; Giovanni Maria Luisetto a cura di, Archivio Sartori: documenti di storia e arte francescana, Voll. IV, Biblioteca Antoniana-Basilica Antoniana, Padova 1983, vol. I, p. 567-568; Matteo Realdi, Argoli Andrea, in Clariores dizionario biografico degli studenti e dei docenti dell’università di Padova, a cura di Piero Del Negro, Padova University press, Crocetta del Montello 2015, pp. 34-35; Giovanna Baldissin Molli, Variazioni Antoniane. Due o tre pale senza (più) altare, in fase di pubblicazione nel corso del 2022.