tipologia tomba
ubicazione
posizione nell'edificio
Esterno alla basilica di Sant’Antonio, sagrato della chiesa, addossata alla parete settentrionale.
autori
matriali e tecniche
Struttura in laterizio, avello in pietra calcarea rossa ammonitica, pietra grigia.
stato di conservazione
note storico-critiche
Il sarcofago Orsato è un’arca in pietra calcarea rosso ammonitico, scolpita sul lato visibile con i blasoni di famiglia raffiguranti gli orsi rampanti inscritti in un pavese da cui serpeggiano e si arricciano due nastri; nella parte mediana è presente la dedicazione incisa in una sorta di piedistallo sguanciato leggermente rilevato (Salomonio 1701). L’avello è sopraelevato rispetto al selciato grazie a un basamento in pietra grigia e a tre gradini di cui i due inferiori realizzati nel medesimo materiale lapideo della parte sottostante, l’ultimo invece in pietra bianca. Il primo elemento di stacco dal terreno funge anche da base per la costruzione di una volta sostenuta dalla classica tripartizione formata da una coppia di dadi, colonnine lisce di ordine tuscanico -realizzate con la stessa pietra dell’arca Orsato- e sobri pulvini. Il complesso diventa dunque un’edicola con arco a sesto acuto rialzato nel lato lungo e archi a tutto sesto su quelli corti; decoro e ritmo sono dati unicamente dalle profilature degli archivolti che sempre in laterizio, vedono però un’apparecchiatura di costa apportando uno stacco tra le diverse parti. Peducci in terracotta creano in fine il raccordo tra gli archi dei lati corti e la parete basilicale. Gonzati sottolinea che questa è l’unica tomba, tra le tante prima presenti, sottratta alle demolizioni che hanno interessato la facies esterna della basilica nel 1763 (Gonzati, 1853). A partire dalla tumulazione di Antonio Orsato, l’avello ha accolto le spoglie sia del fratello Gaspare che quelle di Marco loro nipote. Come attestano gli ultimi versi dell’epitaffio questa memoria venne restaurata dagli eredi della famiglia.
bibliografia
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