CAGNOLO GIROLAMO

biografia

Girolamo Cagnolo (1491-1551) nacque a Vercelli, figlio di Sebastiano, dottore nel Collegio dei giuristi della città, e di Francesca Alciati del ramo vercellese imparentato con il più celebre Andrea, figlia di Niccolò ambasciatore del duca di Savoia e senatore. Compiuti gli studi giuridici a Torino, nel 1517 ottenne la cattedra di diritto civile succedendo a Gian Francesco Porporato, con lo stipendio di 700 fiorini, il più alto di tutto lo Studio. Nel 1522 fu inoltre nominato senatore e più tardi, nel 1535, ambasciatore dei Savoia a Milano. Occupata Torino dai francesi nel 1536, Cagnolo si ritirò a Vercelli, dove scrisse l’Epistola de regimine boni principis, un trattatello giuridico-politico dedicato al giovane Emanuele Filiberto, datato 1540 ma pubblicato nel 1545. Nonostante il successo conseguito nella sua terra d’origine, a causa dei continui conflitti bellici nel 1544 accettò l’invito da parte della Serenissima di ricoprire a Padova la cattedra mattutina di diritto civile, con uno stipendio di ben 1000 fiorini. Al periodo padovano risalgono quasi tutte le sue opere, derivate direttamente dalle lezioni e pubblicate per lo più postume, raccolte nei tre volumi in folio di Opera omnia, stampati una prima volta a Lione nel 1570 e quindi una seconda a Venezia nel 1586. I suoi commenti ad alcuni libri del Digesto e del Codice furono molto apprezzati e citati per tutto il Cinquecento. Morì a Padova nel 1551 (Facciolati 1757; Mazzacane 1973; Perozzo, in Del Negro 2015).

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cronologia

tipologia tomba

posizione nell'edificio

Cappella feriale, parete a sinistra dell’ingresso.

provenienza

Padova, San Francesco Grande.

matriali e tecniche

Pietra tenera di Vicenza scolpita.

iscrizioni

stato di conservazione

note storico-critiche

Il cenotafio, in pietra di Nanto, raffigura l’effigie di Girolamo Cagnolo entro una cornice intagliata con un motivo a doppia treccia, inquadrata da modiglioni scanalati sostenuti da zampe leonine e sovrastata da un frontone curvilineo ornato da una valva di conchiglia. Alla base della cornice sono poggiati i libri del professore. L’alto zoccolo dell’edicola, sostenuta da peducci a voluta, ospita l’epitaffio funebre. Scardeone (1560) trascrive quest’ultimo subito dopo quello di Girolamo Negri e poco prima di quelli, composti da Pietro Bembo, in morte di Cristoforo Longolio e di Leonico Tomeo – già ricordati da Michiel (ed. 1800) –, che nel secondo quarto del Cinquecento si trovavano presso la testata della navata in cornu epistolae. Possiamo quindi desumere che anche il monumento Cagnolo si trovasse in origine nella stessa navata meridionale, dove viene infatti più tardi menzionato da Giacomo Ferretto nel 1810. La collocazione attuale, nella cappella feriale dell’antisacristia, viene registrata per la prima volta da Giannantonio Moschini (1817). Non sono noti documenti riguardanti né la commissione dell’opera, databile al 1551 – anno di morte del professore – né il suo autore, verosimilmente uno scultore padovano attivo attorno alla metà del Cinquecento (Siracusano 2010-2013).

bibliografia

Bernardinii Scardeonii De antiquitate urbis Patavii et claribus civis Patavini, ex officina Nicolai Episcopii iunioris, Basilea 1560; Iacobi Philippi Thomasini Illustrium virorum elogia iconibus exornata, D. Pasquardus, Patavii 1630, pp. 38-39; Jacobi Facciolati Fasti gymnasii Patavini, Typis Seminarii, Patavii 1757, p. 123; Giovambattista Rossetti, Descrizione delle pitture, sculture ed architetture di Padova con alcune curiose osservazioni intorno ad esse, ed altre curiose notizie, nella Stamperia del Seminario, Padova 1780, p. 169; Giacomo Ferretto, Iscrizioni sacre e profane della città di Padova parte omesse nelle sue collezioni MDCCI e MDCCVIII da Jacopo Salomonio e parte le posteriormente scoperte e poste raccolte e con varie annotazioni illustrate da me D. Giacomo Ferretto di Monselice, manoscritto, Padova 1810, Biblioteca Civica, BP.1.992, c. 143; Giannantonio Moschini, Guida per la città di Padova all’amico di Belle Arti, a spese de’ fratelli Gamba, Venezia 1817, p. 110; Aldo Mazzacane, Cagnolo, Gerolamo, in Dizionario Biografico degli Italiani, 16, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 1973, pp. 334-335; Jill Emilee Carrington, Sculpted Tombs of the Professors of the University of Padua, c. 1358-c. 1557, Ph. D. Dissertation, Syracuse (New York) 1996, pp. 265-267; Jeremy Warren, The Grandi in the Intellectual Context of Renaissance Padua. New Attributions, in Carvings, Casts & Collectors. The Art of Renaissance Sculpture, a cura di Peta Motture, Emma Jones e Dimitrios Zikos, papers of the first conference in the 10-year Robert H. Smith Renaissance Sculpture Programme of educational and scholarly events held at the Victoria and Albert Museum, 12-13 November 2010, V&A Publications, London 2013, pp. 104-119: p. 114; Luca Siracusano, Scultura a Padova: 1540-1620 circa. Monumenti e ritratti, 2 voll., tesi di dottorato, Università degli Studi di Trento, XXVI ciclo (2010-2013), I, pp. 331-334; Valentina Perozzo, Cagnolo Girolamo, in Clariores. Dizionario biografico dei docenti e degli studenti dell’Università di Padova, a cura di Piero Del Negro, Padova University Press, Padova 2015, p. 74.

autore scheda

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