PATIN CHARLES

biografia

Charles Patin nacque a Parigi il 23 febbraio 1633 ed ebbe come padre il celebre medico Guy Patin (Maggiolo 1983; Dekesel 1990; Rinaldi 2015). Dopo aver ottenuto la laurea in medicina alla Sorbona, vi insegnò Anatomia, fino alla fuga dalla Francia (1667) onde evitare di essere bruciato per aver diffuso un libello diffamatorio o per aver avuto dei contrasti col ministro Colbert. Dopo una serie di peregrinazioni per l’Europa (Germania, Inghilterra, Olanda, Boemia, Svizzera) giunse una prima volta a Padova nel 1674, per poi stanziarvi definitivamente (salvo alcuni soggiorni a Venezia) a partire dal 1676. In città divenne membro dell’Accademia dei Ricovrati insieme alla moglie Madeleine Hommetz e alle figlie Charlotte Catherine e Gabrielle Charlotte (Maggiolo 1983) e ottenne nel 1676 la cattedra universitaria ad lecturam Avicennae (seconda cattedra di Medicina pratica straordinaria). Nel 1681 passò alla prestigiosa cattedra di Chirurgia che tenne fino al 1683 (Rippa Bonati, Gamba 1996). Si spense a Padova all’età di sessant’anni il 10 ottobre 1693 venendo sepolto nella Cattedrale tra l’altare di San Carlo e quello di San Lorenzo (Biasuz 1957-1958). Oltre alle pubblicazioni di ambito medico, il Patin si dedicò a diversi campi dell’erudizione facendo stampare le Relations historiques et curieuses dei suoi viaggi (1676), un compendio biografico dei professori universitari padovani del suo tempo (Lyceum Patavinum sive icones et vitae professorum Patavii, 1682) e, soprattutto, trattazioni numismatiche che gli diedero fama europea, l’Historie des médailles (1665) e il Thesaurus numismatum antiquorum et recentiorum del 1683 (Marinelli 2009). Fu in amicizia con i collezionisti padovani del tempo, in particolare con Giovanni de Lazara (1621-1690), che gli mise a disposizione una sua casa in piazza dei Signori dove raccolse un ricco e importante museo (Benucci 2008; Casarotto 2015). L’inventario post mortem della biblioteca di Patin, conservato all’Archivio di Stato di Padova (ASPd, Notarile, notaio Giovanni Cusinato, b. 5763, cc. 10r-34v), contava 1790 titoli dedicati all’antichistica, alla numismatica, all’archeologia, alla medicina e alla filosofia (Callegari 2008). Patin, tra l’altro, comprò i libri di medicina di Benedetto Selvatico (1574-1658), professore universitario sepolto anch’egli nella Cattedrale. La collezione d’arte del Patin, che fu in contatto con Louis Dorigny, è conservata in parte dai suoi discendenti della famiglia Braga Rosa nella villa di Tramonte, vicino Padova (Ivanoff 1969; Mancini 2008), mentre la collezione antiquaria fu dispersa dopo la sua morte (Favaretto 1996; per le lettere di Patin al collezionista Camillo Silvestri: Roversi 2001).

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cronologia

tipologia tomba

posizione nell'edificio

Anticappella di San Lorenzo Giustiniani, parete nord, all’angolo destro.

provenienza

Padova, Cattedrale di Santa Maria Assunta, il corpo era posto tra l’altare di San Carlo e quello di San Lorenzo; l’iscrizione affissa fra l’altare di San Carlo e la porta del Chiostro.

matriali e tecniche

Pietra nera, tracce di doratura, iscrizione incisa

iscrizioni

stato di conservazione

note storico-critiche

L’iscrizione è ricordata dalle fonti erudite del Sette-Ottocento, a partire da Jacopo Salomonio (1701; per altre fonti del XVIII secolo si veda Gorini 2015, p. 558 nota 6), ma anche dagli studi moderni (Crescini 1922; Biasuz 1957-1958; Padova. Guida 1961; Gorini 1972; Bellinati 1977; Maggiolo 1983; Dekesel 1990; Rippa Bonati, Gamba 1996; Toffanin 1998; Calabi Limentani 2003), in particolare quelli di Franco Benucci (2008) e di Giovanni Gorini (1996; 2015). Alla morte di Patin il corpo fu sepolto nella Cattedrale tra l’altare di San Carlo e quello di San Lorenzo, e tra il 1694 e il 1695 la vedova Madeleine chiese al Capitolo della Cattedrale la possibilità di porre “una pietra in terra, con iscritione alla memoria del q. sig. Cav. Carlo Patino mio marito” (Biasuz 1957-1958). Come ha precisato Franco Benucci (2008), se il Capitolo deliberò di collocarla “sul muro fra l’altare di S. Carlo e la porta del Chiostro”, pochi anni dopo Salomonio (1701) registra il “marmor elegans” alla destra dell’altare di San Carlo. Durante il rinnovamento del tempio sacro nel Settecento, l’iscrizione venne traslata nel luogo attuale, cioè la parete destra dell’anticappella di San Lorenzo Giustiniani, dove è vista ai primi dell’Ottocento da Giacomo Ferretto (1814) e da Giannantonio Moschini (1817). L’anno dell’esecuzione della lastra, dunque, può risalire al 1695, quando il testo e l’apposizione in chiesa vengono approvati dal Capitolo (annuente Capitulo). L’iscrizione ordina le informazioni biografiche sul medico francese (Cavaliere di San Marco, illustre studioso di numismatica, professore a Parigi e a Padova, figura apprezzata dai principi di tutta Europa, l’età di morte errata [59 anni, invece di 60 anni]) e ricorda l’impegno con cui la moglie e le due figlie si prodigarono nella collocazione della lastra in chiesa, come ultima testimonianza d’affetto per il defunto (extremo amoris argumento). Pur danneggiata da una frattura che percorre il centro della pietra provocando la lacuna di alcune lettere, l’iscrizione mantiene intatta la sua esecuzione raffinata (un tempo impreziosita dall’oro), tanto nell’elegante grafia, che nella scelta della pietra nera.

bibliografia

Jacobi Salomoni Urbis Patavinae Inscriptiones sacrae et profanae, Patavii, sumptibus Jo. Baptistae Caesari Typogr. Pat., 1701, p. 18 n. 88; Giacomo Ferretto, La Cattedrale. Il Vescovato, 1814, manoscritto, Padova, Biblioteca Civica, BP.156.1, p. 58; Giannantonio Moschini, Guida per la città di Padova all’amico delle Belle Arti, Venezia, a spese de’ Fratelli Gamba, 1817 p. 67 nota 1; Vincenzo Crescini, Gli scolari francesi nello Studio di Padova, in Settimo centenario della Università di Padova. XV maggio 1922. Numero unico, Fratelli Drucker, Padova 1922, pp. 33-35: 35; Giuseppe Biasuz, Carlo Patin medico e numismatico, «Bollettino del Museo Civico di Padova», XLVI-XLVII (1957-1958), pp. 67-116: 67-68, 108-109 nota 72; Padova. Guida ai monumenti e alle opere d’arte, con tre itinerari a cura di Marcello Checchi, Luigi Gaudenzio, Lucio Grossato, Neri Pozza, Venezia 1961, p. 554; Nicola Ivanoff, La collezione Rosa-Patin ed alcuni artisti stranieri a Padova nel XVII secolo, «Arte Veneta», XXIII (1969), pp. 236-238; Giovanni Gorini, Monete antiche a Padova, Rotary Club, Padova 1972, p. 27 e tav. 5; Claudio Bellinati, Appendice. Epigrafi e iscrizioni, in Claudio Bellinati, Umberto Gamba, Giulio Bresciani Alvarez, Lucio Grossato, Il Duomo di Padova e il suo Battistero, Lint, Trieste 1977, pp. 53-67: 57; Attilio Maggiolo, I soci dell’Accademia patavina dalla sua fondazione (1599), Accademia Patavina di Scienze Lettere ed Arti, Padova 1983, pp. 239-240; Christian Edmond Dekesel, Charles Patin. A man without a country. An annotated and illustrated bibliography, Bibliotheca numismatica Siliciana, Gandavum Flandrorum 1990, pp. 30-31; Irene Favaretto, Gli interessi antiquari di Charles Patin, in Celebrazioni Patiniane. Carolus Patinus 1633-1693, atti della giornata di studi (4 maggio 1994), «Quaderni per la storia dell’Università di Padova», 29 (1996), pp. 67-77; Giovanni Gorini, Charles Patin numismatico a Padova, in Celebrazioni Patiniane. Carolus Patinus 1633-1693, atti della giornata di studi (4 maggio 1994), «Quaderni per la storia dell’Università di Padova», 29 (1996), pp. 33-43: 43 e tav. XX; Maurizio Rippa Bonati, Antonio Gamba, Charles Patin «publicus professor patavinus» del XVII secolo, in Celebrazioni Patiniane. Carolus Patinus 1633-1693, atti della giornata di studi (4 maggio 1994), «Quaderni per la storia dell’Università di Padova», 29 (1996), pp. 59-65: 65; Giuseppe Toffanin, Le strade di Padova. La vita millenaria della città, la sua storia, i suoi monumenti, le sue tradizioni rivissute attraverso la fitta intelaiatura delle vie e delle piazze di oggi, Newton & Compton, Roma 1998, p. 320; Silvia Roversi, Le lettere di Charles Patin a Camillo Silvestri, in Inspecto nummo. Scritti di numismatica, medaglistica e sfragistica offerti dagli allievi a Giovanni Gorini, a cura di Andrea Saccocci, Esedra, Padova 2001, pp. 247-254; Ida Calabi Limentani, Un’epigrafe e un ritratto. Una breve divagazione cronologica su Charles Patin, in EPKOΣ. Studi in onore di Franco Sartori, a cura del Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università di Padova, Sargon, Padova 2003, pp. 33-43: 33-35, 39; Franco Benucci, Charles Patin: la casa, gli ultimi anni di vita a Padova, la famiglia, «Quaderni per la storia dell’Università di Padova», 41 (2008), pp. 3-81: 10-12; Marco Callegari, Charles Patin: una vita tra i libri, in Charles Patin. La collezione numismatica, la raccolta artistica, la biblioteca, a cura di Marco Callegari, Giovanni Gorini, Vincenzo Mancini, con una premessa di Christian Dekesel, Esedra, Padova 2008, pp. 75-323; Vincenzo Mancini, Il “cavalier parigino Carlo Patino”: un savantnella Padova del tardo Seicento, in Charles Patin. La collezione numismatica, la raccolta artistica, la biblioteca, a cura di Marco Callegari, Giovanni Gorini, Vincenzo Mancini, con una premessa di Christian Dekesel, Esedra, Padova 2008, pp. 28-74; Sergio Marinelli, in Le muse tra i libri. Il libro illustrato veneto del Cinque e Seicento nelle collezioni della Biblioteca Universitaria di Padova, a cura di Pietro Gnan, Vincenzo Mancini, Biblioteca Universitaria, Padova 2009, catt. 54-55, pp. 206-210; Valentina Casarotto, Giovanni De Lazara (1621-1690) collezionista numismatico nella Padova del Seicento. Le collezioni antiquarie, l’epistolario, la biblioteca, Eut, Trieste 2015; Giovanni Gorini, La lapide di Charles Patin, in La Cattedrale di Padova. Archeologia Storia Arte architettura, a cura di Girolamo Zampieri, L’Erma di Bretschneider, Roma 2015, pp. 557-566: 557-559, 566; Massimo Rinaldi, Patin Charles, in Clariores. Dizionario biografico dei docenti e degli studenti dell’Università di Padova, a cura di Piero del Negro, Padova University Press, Padova 2015, pp. 255-256 (con erronea data di morte).

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