biografia
Domenico Guglielmini (Gonzati 1853; Maffioli 2002) «medico e idraulico sommo» (Fornasini 1886), ma anche chimico, cristallografo, astronomo, ingegnere e professore, nacque il 28 settembre 1655 a Bologna da famiglia di origine novarese (Guglielmini, Manfredi 1821). Suo padre si chiamò Giulio Guglielmini, ebbe per madre Gentile Neri e sono noti almeno tre fratelli e una sorella. Studiò con sperimentatori e innovatori d’immensa fama, in particolare fu allievo di Geminiano Montanari da cui apprese le scienze astronomiche e matematiche, di Marcello Malpighi con il quale indagò la medicina e imparò la chirurgia conseguendo infatti la laurea nel 1678 e diventando, dopo la partenza di Montanari per Padova e la vacanza della cattedra di Matematica, lettore “onorario” in quella materia senza per altro percepire uno stipendio (Maffioli 2002). Attento sperimentatore, certamente religioso, ma fautore di una netta distinzione tra il campo della fede e quello delle scienze, si impegnò e frequentò diverse accademie private cittadine e tra queste, quella della Traccia e quella dell’Arcidiacono nel suo ramo filosofico sperimentale, animata dal filosofo, scienziato e più tardi vescovo Felice Marsili. Celebre in tutta Europa strinse sodalizi con Leibniz, Cassini e fu iscritto alla Royal Society e alla Académie Royale des Sciences di Parigi (Fornasini 1886). Seppur difficile indicare un campo in cui non eccellesse, si può dire che la sua maggior fatica fu il creare un nuovo ramo della fisica, una “Scienza nuova” in riferimento ai moti e comportamenti dei fluidi (Maffioli 2002), indifferentemente questi fossero nei vasi sanguinei o negli alvei fluviali. Il riconoscimento del suo indefesso lavoro arrivò già a Bologna dove gli venne assegnata la prima cattedra di idrometria presente in Europa. Ripercorrendo didascalicamente le tappe della sua carriera, nel 1681 l’Assunteria di Confini e Acque di Bologna lo nominò teorico matematico per il progetto di ripristino della navigazione tra la città e Ferrara, mentre nel 1686 il Senato lo scelse come Soprintendente e Intendente generale delle acque; il progetto di navigazione venne curato fino al 1691 e Guglielmini indicò come miglior soluzione l’inalveazione del Reno nel Po Grande. I suoi consigli furono ricercati dai cardinali D’Adda e Barberini, legati pontifici, per la sovrintendenza delle acque del ferrarese e ravennate, ma i progetti portati e la stessa indicazione del nuovo sistema di comunicazione fluviale con la città di Bologna non ebbero seguito. Con la data 29 ottobre 1690 (Capoccia 2003), seppur segnalato da un biografo come già primo professore a partire dal 1686 (Guglielmini, Manfredi 1821), iniziò il suo percorso come docente di matematica a contratto nello Studio bolognese e nel medesimo divenne soprintendente della chiusa di Casalecchio sul Reno. Finalmente, in virtù delle sue assolute qualità, nel 1694 l’Università scelse di creare una cattedra dedicata alla specificità di questo scienziato. Il 1697 fu l’anno della sua più rilevante pubblicazione: Della natura de’ fiumi, stampato e recensito fino all’Ottocento, pietra miliare nello studio della fisica dei liquidi. La fama dei suoi scritti e delle sue capacità portò la Repubblica di Venezia a contattarlo nel 1698 e venne quindi assunto per la cattedra di matematica nell’Università di Padova dove prese servizio per colmare l’assenza del defunto Stefano Angeli. In virtù del contratto da professore di matematica dovette anche esercitare la funzione di ingegnere pubblico per la Serenissima che lo utilizzò con merito per progettare le riparazioni della fortezza di Castelnuovo in Montenegro, di poi nel Friuli e per intervenire in certe zone nel circondario patavino. Nel 1702 passò dalla cattedra di matematica a quella di medicina teorica che resse fino al 1710. Colpito prima da febbre e in fine da emorragia cerebrale morì a 54 anni il 12 luglio; fu sepolto nella chiesa di San Massimo.
cronologia
tipologia tomba
ubicazione
posizione nell'edificio
Chiostro del Capitolo, lato nord.
autori
matriali e tecniche
Marmo inciso.
stato di conservazione
note storico-critiche
Una semplice cornice modanata in marmo contiene la pietra con la dedica per il defunto. La commissione spetta all’abate e collega padovano Felice Viali.
bibliografia
Domenico Guglielmi, Eustachio Manfredi, Vita di Domenico Guglielmini in Della natura de’fiumi trattato fisico-metematico, Società tipografica dei Classici italiani, Milano 1821, Vol. I, p. VII- XXXVI; Bernardo Gonzati, La Basilica di S. Antonio di Padova descritta ed illustrata, Voll. II, Coi tipi di Antonio Bianchi, Padova 1852-1853, vol. II, p. 323; Giovanni Fornasini, Lo Studio Bolognese, Cellini, Firenze 1886, p. 158; Cesare S. Maffioli, Domenico Guglielmini, in Professori e Scienziati a Padova nel Settecento, a cura di Sandra Casellato, Luciana Sitran Rea, Antilla, Treviso 2002, pp. 502-529; Massimo Rinaldi, Domenico Guglielmini in Clariores dizionario biografico degli studenti e dei docenti dell’università di Padova, a cura di Pietro Del Negro, Padova University press, Crocetta del Montello 2015, pp. 182-183.