DONDI DELL’OROLOGIO JACOPO

biografia

Jacopo Dondi dell’Orologio, nato forse a Padova intorno al 1293 dal medico Isacco e da Isabella, fu un illustre medico e astronomo (Pesenti 1992; Realdi 2015). Spetta quasi certamente a lui – come attesta l’epitaffio funebre – la progettazione dell’orologio-astrario fatto porre da Ubertino da Carrara su una delle torri della Reggia Carrarese (distrutto da un incendio nel 1390; oggi in una versione quattrocentesca sulla Torre dell’Orologio: Borsella 2010; Pigatto 2010; Lamon 2011); fatto che lo rese celebre già ai suoi tempi e che fece sì che al cognome Dondi si aggiungesse il predicato “dell’Orologio/dall’Orologio”. Si sposò con Zaccarota Centrago, facente parte di una nobile famiglia di Chioggia, dalla quale ebbe otto figli, tra i quali spicca Giovanni che fu medico, astronomo, orologiaio e poeta. A quest’ultimo il Petrarca nel 1370 scrisse una lettera autografa ancora oggi conservata alla Biblioteca del Seminario di Padova. Fin dalla giovinezza svolse la professione di medico, in particolare dal 1313 risulta stipendiato dal comune di Chioggia. Si trasferì a Padova post 1342, probabilmente su invito di Ubertino da Carrara che stava rilanciando l’insegnamento della medicina dopo la morte di Pietro d’Abano (1315). Del suo insegnamento padovano non ci sono notizie dettagliate se non il fatto che in un documento del 1370 venne definito “medicinalis scientie professor eximius”. Jacopo fu autore di diversi trattati (Bozzolato 1989; Pesenti 1992). Si dedicò agli studi legati all’acqua, indagando il caso delle acque termali dei Colli Euganei (Tractatus de causa salsedinis acquarum; De balneis) e quello dell’irregolarità delle maree della laguna veneziana (De fluxu et refluxu maris). Scrisse poi una cronaca storica (Cronica aliquorum gestorum Padue), ma la sua opera più celebre fu l’Aggregator, seu Promptuarium medicine, che consiste un un’enciclopedia lessicografica di argomento farmacologico. Fu autore anche di una carta topografica del territorio padovano, citata in un manoscritto quattrocentesco conservato alla Biblioteca Marciana (Marciano cl. X lat. 381), la quale però non è giunta ai nostri giorni.

cronologia

tipologia tomba

posizione nell'edificio

Battistero della cattedrale di Santa Maria Assunta, parete esterna meridionale.

matriali e tecniche

Pietra incisa con cornice a dentelli.

iscrizioni

stato di conservazione

note storico-critiche

L’iscrizione faceva parte di un monumento funebre più complesso costituito da un’arca marmorea sopraelevata che conteneva il corpo del defunto (Scardeone 1560: iuxta aedem Cathedralem in arca marmorea in excelso, exterius ad parietem baptisterii; per ulteriori dettagli: Corpus dell’Epigrafia Medievale, a cura di Franco Benucci). Si doveva trattare, quindi, del tipico sarcofago sospeso con la figura giacente del defunto (come quelle di Ubertino e Jacopo II nella chiesa degli Eremitani) anche se l’iscrizione definisce il contenitore del corpo del defunto brevis urna, piccola urna. Claudio Bellinati ha proposto che l’originaria collocazione del monumento fosse all’interno del Battistero, sempre sulla parete sud, ma poi, in concomitanza all’esecuzione del ciclo pittorico di Giusto de’ Menabuoi, sia stato spostato all’esterno (Bellinati 1986; Bellinati 1988). Non si sa quando l’arca sospesa sia stata distrutta poiché, nonostante sia menzionata per secoli (Scardeone 1560; Tomasini 1649; Salomonio 1701), può darsi che gli eruditi del passato si siano citati l’un l’altro senza accertarsi dello smontaggio del manufatto. Di certo il monumento medievale non esisteva più all’inizio del XIX secolo (Ferretto 1814: “in un sepolcro posto in alto nella parete esterna del Battisterio giaceva Jacopo Dondi”). Lo splendido epitaffio ricorda la nascita padovana di Jacopo, le sue conoscenze di medicina e di astronomia (ars medicina[…] celumque et sidera), e l’invenzione del vicino orologio-astrario della Torre dell’Orologio (procul excelse monitus de vertice turris tempus et instabiles numero quod colligis horas), oggi in un rifacimento quattrocentesco (per la traduzione dell’epitaffio: Bellinati 1977; per uno studio dell’iscrizione: Benucci, Foladore 2008).

bibliografia

Bernardinii Scardeonii De antiquitate urbis Patavii, apud Nicolaum Episcopium iuniorem, Basileae 1560, pp. 205-206; Iacobi Philippi Thomasini Elogia virorum literis & sapientia illustrium ad vivum expressis imaginibus exornata, ex Typographia Sebastiani Sardi, Patavii 1644, p. 21 n. 95; Jacobi Salomoni Urbis Patavinae inscriptiones sacrae et prophanae, sumptibus Jo. Baptistae Caesari Typogr. Pat., Patavii 1701, p. 26 n. 136; Giacomo Ferretto, La Cattedrale. Il Vescovato, 1814, manoscritto, Padova, Biblioteca Civica, BP.156.1, p. 89; Claudio Bellinati, Appendice. Epigrafi e iscrizioni, in Claudio Bellinati, Umberto Gamba, Giulio Bresciani Alvarez, Lucio Grossato, Il Duomo di Padova e il suo Battistero, Sarmeola di Rubano (PD) 1977, pp. 53-67: 65; Claudio Bellinati, Padova inedita di Giusto dei Menabuoi, «Padova e il suo territorio», 1 (1986), 1, pp. 12-13: 12; Claudio Bellinati, Giusto de’ Menabuoi. Scheda biografica, in La cappella del beato Luca e Giusto de’ Menabuoi nella basilica di Sant’Antonio, coordinamento di Camillo Semenzato, Edizioni Messaggero, Padova 1988, pp. 170-177: 171; Giampiero Bozzolato, I. Scambio, previsione e scienza. II. Giovanni Dondi. III. L’astrario come strumento di prevenzione «scientifica». IV. L’astrario e la storia della scienza. Appendice. Opere edite ed inedite di Jacopo Dondi; Opere edite ed inedite di Giovanni Dondi, in Padva sidvs preclarum. I Dondi dall’Orologio e la Padova dei Carraresi, Edizioni 1+1, [Brugine, PD] 1989, pp. 37-79; Tiziana Pesenti, Dondi dall’Orologio, Iacopo, in Dizionario Biografico degli Italiani, 41, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 1992, pp. 104-111; Corpus dell’Epigrafia Medievale, a cura di Franco Benucci, scheda 18. Duomo-Sagrato 2, consultabile online: http://cem.dissgea.unipd.it/; Franco Benucci, Giulia Foladore, ‘Iscrizioni parlanti’ e iscrizioni ‘interpellanti’ nell’epigrafia medievale padovana, «Padua Working Papers in Linguistics», 2 (2008), pp. 56-133: 79, 83, 116, 118-119; Serena Borsella, La torre dell’orologio, «Padova e il suo territorio», 25 (2010), 145, pp. 6-8; Luisa Pigatto, L’orologio astronomico di piazza dei Signori, «Padova e il suo territorio», 25 (2010), 145, pp. 9-11; Roberta Lamon, Il Palazzo del Capitanio e la Torre dell’Orologio, Comune di Padova, Padova 2011; Matteo Realdi, Dondi dall’Orologio Iacopo, in Clariores. Dizionario biografico dei docenti e degli studenti dell’Università di Padova, a cura di Piero del Negro, Padova University Press, Padova 2015, pp. 139-140, ecc.

autore scheda

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