FACCIOLATI JACOPO

biografia

Jacopo Facciolati nacque a Torreglia sui Colli Euganei il 4 gennaio 1682 in una famiglia di umili origini – il cognome è la forma latinizzata di Fasolato – (Ferrari 1815; Gennari 1818; Gennari, ms, inizio del XIX sec.; Gennari 1982-1983; Moscaino 1994; Moretto 2002; Gallo 2015). Viste le capacità intellettuali emerse fin da giovane, per interessamento del cardinale Gregorio Barbarigo (poi santo) entrò a dodici anni nel collegio del Tresto, presso Este, che dipendeva dal Seminario di Padova, nel quale poi proseguì gli studi. Nel 1704 fu ordinato sacerdote e si laureò in Teologia, divenendo professore di Umane lettere e prefetto degli studi al Seminario per volontà del cardinale Giorgio Corner, successore di Barbarigo. Oltre all’ottima conoscenza della lingua latina, Facciolati era esperto anche in greco, al quale dedicò i Compendiaria Graecae grammatices institutio in usum Seminarii Patavini (1735), un vero e proprio corso di grammatica greca che fu adottato in altre università italiane. Relativamente ai suoi interessi di lessicografo, risalgono al 1718 le sue aggiunte al Dizionario di Ambrogio Calepio, detto Calepino (Calepinus septem linguarum hoc est lexicon Latinum). Tale lavoro rappresenta il primo nucleo del celebre Lexicon totius latinitatis, fatica monumentale di Egidio Forcellini (Totius Latinitatis lexicon consilio et cura Iacobi Facciolati, opera et studii Aegidii Forcellini lucubratum, 1771). Nel 1723 occupò la cattedra di Logica in secundo loco nello Studio patavino al posto di Paolo Cervini, mentre nel 1730 venne proclamato dottore in Filosofia e Medicina con aggregazione al Sacro Collegio Artista. Nel 1733 passò al primo loco della cattedra di Logica, che tenne fino al 1739, quando, con la riunificazione delle cattedre di Logica e Metafisica si dimise, ma fu incaricato di redigere, stipendiato dall’Università, la storia dell’Ateneo. Dopo anni di ricerche approfondite, pubblicò i Syntagmata (1752) e poi i Fasti Gymnasii Patavini (1757). I Fasti, divisi in tre parti dedicate a tre macro-periodi (1260-1405, 1406-1509, 1509-1759), sono ancora oggi una fonte preziosa di informazioni sulle personalità attive all’Università, ma fu considerata dai contemporanei come un elenco di nomi e date poco utile. Fu membro dell’Accademia Latina di Verona, di quella degli Agiati di Rovereto e dell’Accademia dei Ricovrati di Padova dal 1708 (Maggiolo 1983). Morì il 26 agosto 1769 e venne sepolto nella chiesa del Torresino. Facciolati fu in rapporti con numerose personalità intellettuali della Serenissima, come Giovanni Poleni, Antonio Vallisneri senior, Pietro Metastasio, Scipione Maffei e con l’erudito latinista Girolamo Lagomarsini (Poppi 1992). Severo il giudizio di Gennari sulle poesie di Facciolati: “[…] i suoi versi, così latini come italiani, sono la più ladra e sconcia cosa del mondo” (Gennari 1982-1983). L’abate possedeva una significativa quadreria, caratterizzata dal particolare gusto collezionistico del tempo che esponeva i dipinti in sequenza per mostrare, con un intento didascalico, le diverse scuole pittoriche e il percorso di rinascenza della storia dell’arte, addirittura partendo da dipinti bizantini (“tableaux grecs”, Grosley 1765) all’epoca considerati di cattivo gusto. Una parte della sua collezione è conservata nei locali del Seminario Maggiore e a Este (Magani 1997; Ericani 1997). Spetta ancora a Facciolati il dono al Seminario delle sei magnifiche librerie intagliate della fine del XVII secolo dell’ambito di Andrea Brustolon (Di Mauro 1997).

cronologia

tipologia tomba

posizione nell'edificio

Chiesa di Santa Maria del Pianto detta del Torresino, parete ovest della chiesa, nei pressi dell’altare della Natività di Maria, sotto la finestra tra le statue dell’Umiltà e della Carità

matriali e tecniche

Marmo grigio scuro entro cornice in marmo bianco, iscrizione incisa e dorata

iscrizioni

stato di conservazione

note storico-critiche

Facciolati venne sepolto nella chiesa di Santa Maria del Pianto, detta del Torresino, realizzata su progetto dell’architetto Girolamo Frigimelica tra il 1720 e il 1741 (Bresciani Alvarez 1961-1962; Rebeschini 2006). Il punto della sepoltura è precisato da Rossetti (1780) “quasi in Cornu Epistolae dell’Altar maggiore”. L’iscrizione, posta sotto la finestra che si trova tra le statue dell’Umiltà e della Carità vicino all’altare della Natività di Maria (Rigato 2008), venne apposta in memoria del Facciolati nel 1773 e fu copiata varie volte (per esempio, Ferrari 1815; Checchi, Gaudenzio, Grossato 1961). Non è chiaro chi fosse la “sodalitas” che patrocinò la memoria marmorea, forse degli amici o “i colleghi teologi”, come scrive Vedova (1832-1836), o forse ancora la confraternita della chiesa che volle ricordare l’illustre benefattore che “poté con un suo legato di ducati 500 veder soddisfatto qualcuno dei gravi impegni”, cioè contribuendo all’innalzamento del tempio (Grinzato 1853). Nel secondo decennio del XIX secolo Giacomo Ferretto ricorda la sepoltura di Facciolati “vicino” all’altare di destra con la pala della Natività di Maria di Guy Vernansal e “nella parete vedesi la seguente iscrizione [segue il testo dell’iscrizione]”. Non lontano era anche l’iscrizione in pietra rossa fatta realizzare dallo stesso Jacopo nel 1748 in memoria di un parente: Giovanni Battista Facciolati, figlio di Vincenzo, morto a soli diciotto anni (Ferretto 1810; Ferretto 1814).

bibliografia

Pierre-Jean Grosley, Nouveaux Mémoires, ou Observations sur l’Italie, a Londres, chez Jean Nourse, a Naples, chez Jean Gravier, 1765, p. 142; Giovanni Battista Rossetti, Descrizione delle pitture, sculture, ed architetture di Padova, nella Stamperia del Seminario, in Padova 1780, p. 105; Giuseppe Gennari, Memorie dell’ab. Jacopo Facciolati, in Opere dell’Abate Giuseppe D.r Gennari ed altre da lui raccolte, manoscritto, copia dell’inizio del XIX secolo, Padova, Biblioteca Civica, BP.4263, cc. 12r-17v; Giacomo Ferretto, Iscrizioni sacre e profane della città di Padova parte omesse nelle sue collezioni MDCCI e MDCCVIII da Jacopo Salomonio e parte le posteriormente scoperte e poste raccolte e con varie annotazioni illustrate da me D. Giacomo Ferretto di Monselice, 1810, manoscritto, Padova, Biblioteca Civica, BP.1.992, p. 221; Giacomo Ferretto, Vanzo. Con le chiese e luoghi principali contenuti in esso, non che moltissime altre chiese e luoghi, 1814, manoscritto, Padova, Biblioteca Civica, BP.156.5, pp. 18-21; Giovanni Battista Ferrari, Vitae virorum illustrium Seminarii Patavini, Typis Seminarii, Patavii 1815, pp. 135-136. Giuseppe Gennari, Vita di Jacopo Facciolati, nella Tipografia del Seminario, Padova 1818; Giuseppe Vedova, Biografia degli scrittori padovani, 2 voll., coi Tipi della Minerva, Padova 1832-1986, I, pp. 374-383: 377; Francesco Grinzato, Memorie storiche sulle chiese di Santa Maria del Torresino e di San Michele in Padova, coi Tipi del Seminario, Padova 1853, pp. 20-21; Marcello Checchi, Luigi Gaudenzio, Lucio Grossato, Padova. Guida ai monumenti e alle opere d’arte, Neri Pozza Editore, Venezia 1961, p. 644; Giulio Bresciani Alvarez, Girolamo Frigimelica e la chiesa del Torresino in Padova, “Atti e memorie dell’Accademia Patavina di scienze lettere ed arti. Parte III. Memorie della classe di scienze morali lettere ed arti”, 74, 1961-1962, pp. 245-260; Giuseppe Gennari, Notizie giornaliere di quanto avvenne specialmente in Padova dall’anno 1739 all’anno 1800, introduzione, note ed apparati di Loredana Olivato, 2 voll., Rebellato, Cittadella (PD) 1982-1984, I,pp. 48-51; Attilio Maggiolo, I soci dell’Accademia Patavina dalla sua fondazione (1599), Accademia Patavina di Scienze Lettere ed Arti, Padova 1983, p. 116; Antonino Poppi, Una scheda sulle amicizie e sul pensiero retorico-dialettico di Iacopo Facciolati (1682-1769), «Quaderni per la Storia dell’Università di Padova», 25, 1992, pp. 359-376; Marina Moscaino, Facciolati, Jacopo, in Dizionario Biografico degli Italiani, 44, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 1994, pp. 65-68; Aurora di Mauro, Gli armadi della biblioteca e i mobili del Seminario, in Il Seminario di Gregorio Barbarigo. Trecento anni di arte, cultura e fede, a cura di Pierantonio Gios, Anna Maria Spiazzi, Seminario Vescovile, Padova 1997, pp. 103-115; Giuliana Ericani, Alcune aggiunte atestine per la collezione dell’abate Facciolati, in Il Seminario di Gregorio Barbarigo, Padova 1997, pp. 99-102; Fabrizio Magani, “Maiorum exempla et posteriorum fidem”. Le collezioni d’arte del Seminario vescovile di Padova, in Il Seminario di Gregorio Barbarigo, Padova 1997, pp. 79-98; Antonio Moretto, Jacopo Facciolati, in Professori e scienziati a Padova nel Settecento, a cura di Sandra Casellato, Luciana Sitran Rea, Antilia, Treviso 2002, pp. 324-328; Claudio Rebeschini, Chiesa di Santa Maria del Pianto detta del Torresino, Padova, in Itinerari artistici nelle Province di Padova e Rovigo. Interventi e valorizzazioni del patrimonio artistico, 2 voll., Skira, Milano 2006, II, pp. 17-48; Roberta Rigato (testi), La chiesa della Madonna Addolorata al Torresino in Padova, Museo Diocesano di Padova, Padova 2008, pp. 22, 40, 54; Donato Gallo, Facciolati Iacopo, in Clariores. Dizionario biografico dei docenti e degli studenti dell’Università di Padova, a cura di Piero Del Negro, Padova University Press, Padova 2015, pp. 147-148.

autore scheda

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