ROTONDI FELICE

biografia

Felice Rotondi da Monteleone nacque nel 1630 in terra spoletana (Franchini 1693; Sigismondo da Venezia 1846), fu minore conventuale, consultore del Sant’Uffizio, rettore del collegio di Bergamo, Ministro provinciale di Terra Santa e Generale dell’Ordine; religioso «eminente» (Poppi 2021), primo conventuale chiamato a far parte dell’Accademia dei Ricovrati dalla data 1678 e professore di gran fama sulla cattedra di filosofia scotista all’Università di Padova dove insegnò per trentasette anni. Secondo il biografo Franchini, già prima del 1655 era professore in cattedre minori, ma essendo valente teologo passò prima al collegio di San Bonaventura di Roma, poi alle cattedre dello Studio di Perugia e di Fano. Richiesto a Bergamo, ebbe insegnamento e nomina di rettore del seminario, conobbe e lavorò per Gregorio Barbarigo (Franchini 1693). Nel 1663, spostatosi a Venezia come docente alla prima cattedra dello Studio francescano diventò anche qui reggente del collegio a partire dal 1665; il suo nome nella città marciana fu tale che molti patrizi gli si rivolsero per ottenerne i servigi come precettore dei figli e, tra questi rampolli, figurarono Giovanni Cornaro ed Elena Cornaro Piscopia. Nello stesso anno in cui assumeva la carica di reggente a Venezia, nell’Università di Padova l’anziano Matteo Ferchio lo consigliò all’organo dei Riformatori dello Studio come successore per la cattedra di teologia (Poppi 2015); la proposta fu accettata di buon grado da tutte le parti in causa. Di pari passo Rotondi procedeva anche nella carriera all’interno della comunità francescana e, partendo dalla nomina di provinciale di Terra Santa nel 1671, giunse al generalato dell’Ordine il 27 maggio 1695 (Poppi 2021). Interruppe proprio per quest’ultimo impegno l’insegnamento padovano e raggiunse Roma, senza però rinunciare formalmente al suo ruolo di cattedratico. Terminato il sessennio come successore di san Francesco, ritornò al ruolo universitario nell’anno 1702, ma affaticato dall’età morì nel volgere di poco tempo.

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cronologia

tipologia tomba

posizione nell'edificio

Chiostro del Paradiso, lato est.

provenienza

Padova, Basilica di Sant’Antonio, andito della sagrestia.

matriali e tecniche

Marmo di carrara scolpito, pietra nera.

iscrizioni

stato di conservazione

note storico-critiche

l’opera di Giovanni Bonazza, qui a cinque anni di distanza dalle prime attestazioni nel Santuario delle Reliquie, è senza dubbio mesta rispetto alla tempra artistica del maestro, ma ben evidenzia la continua ricerca di effetti decorativi e coesistenza di trattamenti che anima le superfici da lui create (Bresciani Alvarez 1964; Bresciani Alvares 1984). Molte le commissioni affidate a Giovanni per la Basilica e questa in particolare venne progettata per l’andito che porta alla sagrestia, in un luogo prossimo alla stessa sepoltura terragna del Professore. Venne dunque spostata nel Chiostro del Paradiso e separata della tela con il ritratto del commemorato nella seconda metà dell’Ottocento (Gonzati 1853). Il monumento è composto da una targa su pietra nera leggermente pronunciata e spinta verso l’esterno dalle cornici in cui è inserita. Queste, ancorché di gusto tardo seicentesco, sono ben sorvegliate, senza guizzi capricciosi e fumosi, ma caratterizzate piuttosto da giochi di concavità, convessità e di linee spezzate che creano piacevoli cambiamenti chiaroscurali ora ammorbiditi dallo scivolare dei piani, ora più marcati per la nettezza delle linee. Alla base della memoria sono elaborate due volute, eccentriche rispetto alla stessa, il cui profilo esterno è sagomato da foglie carnose. Un medesimo lessico in opera anche nella parte sommitale della pietra dedicatoria. L’unico vero decoro che esula dalla struttura in sé è rappresentato dall’esile rilievo che corre lungo tutto lo sguincio, tra cornice e listello perimetrale, dove germinano e si inerpicano ramoscelli fogliati lavorati a stiacciato. Un altro elemento vegetale, in questo caso una corona d’alloro, circonda il piccolo clipeo svettante sull’intero componimento. Qui era posto il ritratto del defunto, oggi una copia, essendo l’originale custodito nel Museo. La piccola tela delle dimensioni di 56×36 centimetri, considerata perduta da Bresciani Alvarez (1964) è invece stata riscoperto tra quelle della collezione museale e viene attribuita alla fase giovanile di Vittore Ghislandi (Benedettucci 1995), presente a Venezia almeno fino al 1702, anno di erezione del cenotafio Rotondi.

bibliografia

Giovanni Franchini, Bibliosofia, e memorie letterarie di scrittori francescani conventuali ch’hanno scritto dopo l’anno 1585, Eredi Soliani, Modena 1693, p. 201; Sigismondo da Venezia, Biografia serafica degli uomini illustri che fiorirono nel francescano istituto per santita, dottrina e dignità fino a nostri giorni, Tipografia di G.B. Merlo, Venezia 1846, p. 737 ; Bernardo Gonzati, La Basilica di S. Antonio di Padova descritta ed illustrata, Voll. II , Coi tipi di Antonio Bianchi, Padova 1852-1853; Giulio Bresciani Alvarez, L’opera di Giovanni Bonazza al Santo nel quadro della sua attività, in «Il Santo», IV (1964), fasc. I, pp. 25-40 ; Giulio Bresciani Alvarez, Il tardo barocco: l’opera di Filippo Parodi e Giovanni Bonazza, in Le sculture del Santo di Padova a cura di Giovanni Lorenzoni, Neri Pozza Editore, Vicenza 1984, pp. 191-217: pp. 213-217; Giovanni Lorenzoni, Un possibile percorso tra le sculture, in Le sculture del Santo di Padova, a cura di Giovanni Lorenzoni Neri Pozza Editore, Vicenza 1984, pp. 219-231: p. 230; Fabio Benedettucci, Ritratto di Felice Rotondi, in Basilica del Santo. Dipinti , Sculture, Tarsie, Disegni e Modelli a cura di Giovanni Lorenzoni, Enrico Maria Dal Pozzolo, C.S.A. & Edizioni De Luca, Padova – Roma 1995, pp. 161-162; Antonino Poppi, Rotondi Felice, in Clariores dizionario biografico degli studenti e dei docenti dell’università di Padova, Piero Del Negro a cura di, Padova University press, Crocetta del Montello 2015, p. 288;  Antonino Poppi, Lineamenti di una storia della comunità francescana del Santo dalle origini alle soppressioni napoleoniche (25 aprile 1810), in La pontificia basilica di sant’Antonio in Padova, a cura di Luciano Bertazzo, Girolamo Zampieri, L’Erma di Bretschneider, Roma 2021, pp. 17-241: pp. 126, 141, 150-151, 156-157.

autore scheda

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