cronologia
tipologia tomba
ubicazione
posizione nell'edificio
Navata, parete nord, vicino alla porta che conduce all’antisagrestia.
autori
matriali e tecniche
Pietra tenera, ritratto a olio su tela.
stato di conservazione
note storico-critiche
Boselli (1665), Aicher (1675), Salomonio (1701, “in marmore sub picta icone”), Ferrari (1711) e Blanchard (1909) trascrivono l’epitaffio funebre, mentre Facciolati (1757) ricorda più dettagliatamente il monumento nel suo complesso composto dall’immagine del defunto e dall’iscrizione: “icone, & verbosa pro saeculi more epigraphe”. Ancora negli anni seguenti è Moschini (1817) a segnalare l’opera vicino alla porta dell’antisagrestia. La tipologia di monumento con incorniciatura lapidea e ovale pittorico è tipica del XVII secolo e trova eco nei ritratti degli studenti che furono Sindici-Prorettori e Assessori delle due universitates nell’Aula magna del palazzo del Bo e, in una tipologia più semplificata, nel ritratto dell’arciprete Francesco Torniego (1647) nella chiesa di Santa Giustina a Monselice (Lucietto 2011). Il monumento Gambara spicca per l’eleganza della struttura architettonica slanciata e per il ritratto di efficace realismo, nonostante i danni subiti dal bombardamento alleato dell’11 marzo 1944, nel quale perse la parte sommitale con lo stemma (si intravede in una foto prebellica: Venezia, Soprintendenza area metropolitana, Archivio fotografico, inv. 00347371) e subendo delle scheggiature. Con il restauro postbellico si rifece in stile probabilmente tutta la colonna di sinistra che venne differenziata apponendo la data “1954” sulla base (Pietrobelli 2020; Pietrobelli 2021). Infatti, in una foto del 1944 conservata al Kunsthistorisches Institut di Firenze (inv. 241377) si intravede il monumento danneggiato con la mensola fogliacea di sinistra frantumata e la soprastante colonna mancante. Di recente (2004-2005) il monumento è stato restaurato dall’Istituto Veneto per i Beni Culturali sotto la supervisione della restauratrice Raffaella Portieri (Grinzato 2015).
bibliografia
Francisci Boselli Amaltheum medico-politicum, Typis Heredum Pauli Frambotti, Patavii 1665, pp. 397-398; Otto Aicher, Theatrum funebre, exhibens per varias scenas epitaphia nova, antiqua […], sumptibus et Typis Joan. Baptistae Mayr, Salisburgi 1675, p. 313; Jacobi Salomoni Urbis Patavinae inscriptiones sacrae et prophanae, sumptibus Jo. Baptistae Caesari Typogr. Pat., Patavii 1701, p. 221 n. 57; Octavii Ferrarii Operum variorum tomus II. quo continentur eius Epistolae formulae et inscriptiones, [sumptibus Godofredi Freytagii bibliopola, Wolffenbuttelii 1711], pp. 589-590; Sanctiss. D. N. D. Alexandri Divina Providentia Papae VIII. Gratiae, & Privilegia Conclavistis postremi Conclavis concessa, ex Typographia Reverendae Camerae Apostolicae, Romae 1690, p. 73v; Jacobi Facciolati Fasti Gymnasii Patavini, Typis Seminarii, Patavii 1757, pp. 368, 378, 381; Giannantonio Moschini, Guida per la città di Padova all’amico delle Belle Arti, Venezia, a spese de’ Fratelli Gamba, 1817 p. 99; Raphael Blanchard, Épigraphie médicale. Corpus inscriptionum ad medicinam biologiamque spectantium, Asselin et Houzeau, Paris 1909, p. 418; Amalia Lucietto, Gli epitaffi dell’antica pieve di Santa Giustina. Duomo Vecchio di Monselice, [s. l.] 2011, pp. 13, 18-21; Sara Grinzato (testi di), Istituto Veneto per i Beni Culturali: la didattica del restauro 2. Gli interventi a Padova, IVBC, Venezia 2015, pp. 149-150; Giulio Pietrobelli, Ricostruzioni. Ferdinando Forlati a Padova, Padova e il suo territorio, Padova 2020, p. 42 nota 256; Giulio Pietrobelli, La ricostruzione della chiesa degli Eremitani (1944-1956). Il cantiere e le scelte metodologiche, in Arte e guerra. Storie dal Risorgimento all’età contemporanea, a cura di Carmelo Bajamonte, Marta Nezzo, Il Poligrafo, Padova 2021, pp. 221-232: 227.