ALVAROTTI GIACOMO

biografia

Giacomo, detto il Vecchio o Senior per distinguerlo da un omonimo successore, Pietro, Daniele e Paganino furono i figli dell’illustre professore e giureconsulto Alvarotto degli Alvarotti, nipoti dell’altrettanto rinomato Aicardino, morti rispettivamente nel 1389 e nel 1382. Giacomo senior (Gloria 1888) fu personaggio notevole (Baldissin 2021) di cui però è in ancora in dubbio l’aspetto biografico: nato forse nel 1385 si addottorò a Padova tra il 1402 e il 1405 ed ebbe come maestri Bartolomeo Saliceto (Belloni 1986) e Francesco Zabarella. Alla data 1405 il suo nome figura sia nel collegio dei giuristi che in quello dei giudici e nonostante la giovanissima età, già nel 1398 venne eletto canonico della Cattedrale, cosa ricordata anche nel suo testamento. A ragione Scipione Dondi Orologio reputava quindi che la data di nascita di Giacomo dovesse essere spostata più addentro nel secolo quattordicesimo (Dondi Orologio 1805). Dagli scritti dello stesso Giacomo si evince l’esercizio come giudice nelle città di Firenze e di Siena mentre con il ritorno a Padova, comunque sempre frequentata (Baldissin 2021), offrì le proprie consulenze al Comune, divenne giudice nel foro (Scardeone 1560; Portenari 1623) e professore nello Studio per il diritto civile occupando sia la cattedra mattutina che quella pomeridiana, tra il 1429 e il 1450. Morì il 18 giugno 1453 e venne sepolto nella cappella di famiglia nella basilica del Santo (Baldissin 2021) dove furono traslate anche le ossa del fratello Pietro, già deceduto nel 1412 e ospitato fino ad allora nella chiesa dei padri serviti. Anche quest’ultimo senior clarissimus (Papadopulo 1726) fu professore dell’Università patavina; suo scolaro fino al 1393, anno della proclamazione dottorale alla presenza di Francesco Zabarella, Lodovico Lambertazzi e Antonio da Sant’Angelo (Gloria 1888), divenne docente dell’anno successivo. Iscritto al collegio dei giuristi di cui ricoprì il priorato nel 1400, non compare invece nelle matricole di quello dei giudici. Nel 1401 lo si ritrova nella matricola della confraternita della Ca’ di Dio assieme al suo promotore, arciprete del Cattedrale e futuro vescovo di Firenze, Francesco Zabarella. Pietro, familiare e consigliere del principe Francesco Novello da Carrara, tenne un’orazione a nome degli studenti della nazione tedesca dinnanzi all’imperatore Roberto di Wittelsbach transitante per Padova durante la campagna d’Italia. In quanto consigliere dei da Carrara visse in prima persona la caduta della Signoria e lo storico Andrea Gloria (Gloria 1888) indica che se mai fu professore a Bologna, come affermavano gli autori a lui precedenti, lo fu per brevissimo tempo e proprio per mettersi al riparo da possibili ritorsioni veneziane. A Padova ebbe cattedra nei medesimi anni di Raffale Fulgosio.

cronologia

tipologia tomba

posizione nell'edificio

Pilastro della terza cappella radiale di sinistra, tra cappella di San Leopoldo e di Santa Elisabetta di Turingia già di San Giovanni Battista e quella di San Francesco già di Santa Chiara.

provenienza

Padova, basilica di Sant’Antonio, cappella di San Leopoldo e di Santa Elisabetta di Turingia già di San Giovanni.

matriali e tecniche

Marmo inciso.

iscrizioni

stato di conservazione

note storico-critiche

Gonzati nel suo testo informa dell’esistenza della targa indicante la sepoltura dedicata ai due illustri fratelli. Questa, attualmente dispersa, era già una memoria sostitutiva di quella più antica incisa nel Quattrocento (Gonzati 1853) e rimossa a causa di alcuni rimaneggiamenti delle cappelle dell’ambulacro, effettuata dagli eredi della famiglia Alvarotti, ma estintisi nella prima metà del diciottesimo secolo. Oggi è presente un’unica iscrizione (Foladore 2009; Foladore 2021) proveniente dalla cappella di San Leopoldo e ora collocata proprio tra quella cappella e l’altra dedicata a san Francesco. Questa lastra cita il solo Giacomo e non è ben visibile poiché celata da un confessionale. Probabilmente l’attuale collocazione e le perdite sono state causate dalla campagna decorativa di Gebhardt Fugel approvata nel 1900 dall’Arca del Santo e protrattasi fino al 1905 (Castellani 1995; Bonfiglio Dosio 2020).

bibliografia

Bernardinii Scardeonii De antiquitate urbis patavii et claribus civis patavini, ex officina Nicolai Episcopii iunioris, Basilea 1560, pp. 163-165; Angelo Portenari, Della felicità di Padova, Pietro Paolo Tozzi, Padova 1623, p. 240; Nicolai Comneni Papadopoli Historia Gymnasii Patavini, Voll. II, Sebastiano Coletti, Venezia 1726 ; Giammaria Mazuchelli, Gli scrittori d’Italia, cioè notizie storiche e critiche intorno alle vite e agli scritti dei letterati italiani, Voll. VI, Giambattista Bossini, Brescia 1753 – 1763, vol. I, pp. 548- 551; Francesco Scipione Dondi Orologio, Serie cronologico-istorica dei Canonici di Padova, Tipografia del seminario, Padova 1805, p. 9; Andrea Gloria, Monumenti della Università di Padova (1318-1405), Tipografia del Seminario, Padova 1888, pp. 199-201, 293-294; Arnaldo Segarizzi a cura di, Michaelis Savonarole, Libellus De magnificis ornamentis regie civitatis Padue, in Rerum Italicarum scriptores, Raccolta degli storici italiani dal cinquecento al millecinquecento, Editore S. Lapi, Città di Castello 1902, vol. XXIV, p. 35; Annalisa Belloni, Professori giuristi a Padova nel secolo XV, V. Klostermann, Frankfurt am Main 1986, pp. 211, 296; Francesca Castellani, La Cappella di San Leopoldo, in Basilica del Santo. Dipinti , Sculture, Tarsie, Disegni e Modelli, a cura di Giovanni Lorenzoni, Enrico Maria Dal Pozzolo, C.S.A. & Edizioni De Luca, Padova – Roma 1995, pp. 282- 284; Giulia Foladore, Il racconto della vita e la memoria della morte nelle iscrizioni del corpus epigrafico della basilica di Sant’Antonio di Padova (secoli XIII- XV), XXI ciclo della scuola di dottorato in Scienze storiche dell’Università di Padova, supervisori Professoressa Nicoletta Giovè Marchioli, Professore Antonio Rigon, 2009 Padova, p. 23; Giorgetta Bonfiglio-Dosio, La documentazione relativa agli interventi artistici otto-novecenteschi, in Cultura, arte e committenza nella Basilica di S. Antonio di Padova tra Ottocento e Novecento, a cura di Luciano Bertazzo, Francesca Castellani, Maria Beatrice Gia, Guido Zucconi, convegno internazionale di studi (Padova, 22-24 maggio 2019), Centro Studi Antoniano, Padova 2020, pp. 51 – 68; Giulia Foladore,  Il ricordo della vita e la memoria della morte nelle epigrafi e nelle tombe al Santo (secoli XIV  – XVIII), in La pontificia basilica di sant’Antonio in Padova, a cura di Luciano Bertazzo, Girolamo Zampieri, L’Erma di Bretschneider, Roma 2021, pp.1459- 1473: p. 1462; Giovanna Baldissin Molli, Da San Giovanni Battista a San Leopoldo e Santa Elisabetta d’Ungheria. Note sulla cappella radiale già Alvarotti e Sala al Santo in Luigi il Grande Rex Ungariae. Guerre, arti e mobilità tra Padova, Buda e l’Europa al tempo dei Carraresi, Atti del convegno internazionale di studi (Padova, 22-24 settembre 2021), in fase di pubblicazione nel corso del 2022

autore scheda

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