COTTUNIO GIOVANNI

biografia

Detto Macedo dal Facciolati (Facciolati 1756) per via della sua provenienza, Giovanni Κωττούνιος latinizzato dallo stesso autore in Cotunio o Cottunio, nacque a Veria nel 1572 in una famiglia patrizia dedita al commercio. Suo padre Dimitris ebbe almeno altri due figli: Angelus, Lambus. Nonostante i divieti imposti delle autorità turche sembra certo che Giovanni dovette iniziare i suoi studi nella terra natia e proprio per continuare l’apprendimento decise, in accordo con Angelus e Lambus, di recarsi a Roma. I tre fratelli, durante la traversata che li condusse dalla Grecia al Lazio, subirono anche la cattura e la prigionia ad opera di popolazioni nomadi della turchia e furono liberati, come di consueto, dopo il pagamento di un riscatto. Scarne notizie sulle mete toccate e gli accidenti occorsi sono fortunatamente noti grazie al diario di Martin Crusius o Kraus, storico e filologo tedesco che accolse i giovani greci a Tübingen nel 1605. Pochi mesi dopo questo incontro, la spedizione giunse a Roma e Giovanni, nonostante i suoi trentatré anni, ebbe accesso diretto al Collegio dei Greci di Sant’Antastasio, senza dubbio ciò fu possibile grazie alle deroghe e alle lettere di presentazione collezionate lungo il tragitto. Laureatosi quindi in filosofia e teologia dopo soli quattro anni anziché i canonici nove, nel 1609 iniziò ad insegnare proprio nel collegio di Sant’Anastasio e probabilmente anche per le pressioni esercitate sugli altri docenti da parte della Serenissima di cui, formalmente, Cottunio era suddito (Bovo 2015). Dopo otto anni di permanenza a Roma, nel 1613 Giovanni raggiunse Padova dove, grazie alle agevolazioni del governo marciano nei confronti degli studenti ultramarini, si laureò celermente in medicina. Nel 1616 essendo stato ingaggiato dall’università di Bologna come docente, si spostò nella città felsinea; se inizialmente e per lungo tempo fu lettore di greco, venne in fine cooptato per il ruolo di primo lettore di filosofia che esercitò proficuamente dal 1629 al 1632. Il Tiraboschi afferma che vi fu una vera e propria contestazione per la sua assunzione da parte degli studenti modenesi a causa della sostituzione del professore Ludovico Scappinelli (Tiraboschi 1757), ma nonostante un primo approccio arrembante, gli studenti e in particolare i modenesi, reggiani e mantovani gli vollero dedicare una targa commemorativa nel cortile universitario. La città di san Petronio lo ospitò per più di sedici anni e dopo certe lusinghe dall’università di Pisa, Giovanni decise invece di accettare la chiamata della concorrente Padova, dove prese ruolo dal 27 ottobre 1632 con il ruolo di professore straordinario di filosofia, colmando quindi il vuoto lasciato da Camillo Belloni, vittima dell’epidemia di peste che aveva falcidiato in maniera particolarmente feroce il territorio padovano. Cottunio fu membro dell’Accademia dei Ricovrati e poiché preferito a Fortunio Liceti, nel 1637 la sua carriera continuò con lo spostamento alla prima cattedra in sostituzione di Giovanni Tommaso Zilioli. Grazie a un lautissimo stipendio, accresciuto fino a 1900 fiorini mensili, riuscì a creare una provigione per gli alunni greci senza patrimonio. L’attenzione per gli studenti insulari, lo portò a essere loro protettore e a perorare la causa della liberazione greca dalla dominazione ottomana. Alla sua morte avvenuta il 18 novembre 1658 legò per testamento le sue fortune e la sua grande casa dinnanzi al Santo, alla fondazione di un collegio detto appunto Cotuniano in cui dovevano trovare ospitalità otto giovani tra i dodici e i quattordici anni senza mezzi di sussistenza e provenienti dalla sua terra (Gonzati 1853).

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cronologia

tipologia tomba

posizione nell'edificio

Chiostro del Capitolo, lato est.

matriali e tecniche

Marmo scolpito e inciso.

iscrizioni

stato di conservazione

note storico-critiche

L’opera fu commissionata da Giacomo Caimo che ne ideò anche la dedica. Il monumento sepolcrale a parete è costituito da una edicola architettonica fortemente ribassata contenente la targa celebrativa. Alla base è posta la cartella incisa con enigma, composto dall’uroboro nel quale si incrociano una mazza e un ramo d’alloro; lateralmente a quest’elemento, due modiglioni fogliati reggono pilastri compositi dal fusto decorato con racemi e fiori. Un profilo ribattuto a muro partecipa verticalmente all’innalzarsi del sepolcro mostrando volute sormontate da piedistalli ansati su cui poggiano piccole urne mentre un’altra voluta e un capitello di uguale fattura rispetto a quello del pilastro, si innestano alle spalle della trabeazione principale completando il gioco percettivo. La tomba di Cottunio è completata all’apice da un timpano curvo spezzato recante al centro il blasone del defunto. La morte del docente fu preceduta da undici giorni di malattia e il funerale poi solennemente svolto venne descritto dal suo allievo Niccolò Pollicalà di Cefalonia. La cronaca fu inserita nel Palladis Lacrymae, un’opera rimasta inedita, ma che il friulano Giacomo Caimo (Bovo 2015), professore di diritto civile, protettore della Nazione Ultramarina, antico sodale del Cottunio e come lui socio dei Ricovrati, aveva intenzione di pubblicare per rendere il meritato onore al filosofo. Dal testo di Pollicalà si apprende che durante lo svolgersi della funzione che portò il corpo prima dinnanzi al palazzo del Bo e poi alla chiesa del Santo, il catafalco era stato agghindato con le due catene d’oro che Cotunio aveva ricevuto dal re di Francia Luigi XIV e dall’arcivescovo di Salisburgo. Questi simboli di assoluto prestigio vennero in seguito venduti dagli eredi testamentari per finanziare il mantenimento del collegio a cui Giovanni aveva legato gran parte delle sue ricchezze (Bovo 2015).

bibliografia

Nicolai Comneni Papadopoli Historia Gymnasii Patavini, Sebastiano Coletti, Vol. I, Venezia 1726, pp. 367-368; Jacobi Facciolati Fasti gymnasii Patavini, Giovanni Manfrè, Voll. II, Padova 1757, vol. II, p. 285; Girolamo Tiraboschi, Biblioteca Modenese, o notizie della vita e delle opere degli scrittori natii degli stati del Serenissimo Signor Duca di Modena, Voll. VI, Società Tipografica, Modena 1781- 1786, vol. V, p. 53; Bernardo Gonzati, La Basilica di S. Antonio di Padova descritta ed illustrata, Bianchi, Voll. II, Padova 1854, vol. II, p.283-284; Tatiana Bovo, Giovanni Cottunio e gli intellettuali greci a Padova nel XVII secolo: dalla matrice accademica alla prospettiva panellenica, XXVI ciclo della scuola di dottorato in Lingue, Culture e Società moderne dell’Università Cà Foscari, supervisore Professoressa Caterina Carpinato, Venezia 2015, pp. 131-192.

autore scheda

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