POLENTON MODESTO

biografia

Modesto figlio di Sicco Rizzi Polenton (Viti 2015; Baldissin, Benucci, Modonutti 2020) e di Antonia Enselmini ebbe quattro sorelle e sei fratelli, tra questi undici figli fu l’unico maschio a sopravvivere al padre (Calore 2001). Si laureò in diritto civile nel 1435 (Foladore 2009) e Prosdocimo Conti, professore del diritto canonico tenuto in altissima considerazione dall’oligarchia veneziana, gli consegnò l’insegna dottorale (Calore 2001). A stretto giro entrò nel collegio dei notai e venne per questo celebrato dal padre in un’orazione pervenuta in manoscritto custodito nella Biblioteca Civica di Padova (Viti 2015); frequentò lungamente gli ambienti universitari, fu professore di diritto civile e la sua carriera è testimoniata sia da notizie rintracciabili nei testi paterni che dai documenti dell’archivio universitario (Belloni 1986; Foladore 2009). Fu dotto letterato, glossatore e redattore di consilia giuridici, curò le edizioni dei testi scritti dal padre e divenne ambasciatore per conto della Repubblica che lo ripagò anche con l’addobbamento a cavaliere. Sposò Alda Brazolo, figlia del giurista Francesco; la coppia abitò nel palazzo di famiglia in contrada San Leonardo, un tempo appartenuto ad Albertino Mussato (Calore 2001; Benucci, Calore 2005), ma dal 1406 di proprietà dei Polenton. L’epigrafe funeraria, tutt’oggi conservata, segnala che Modesto morì il 14 settembre 1490 (Foladore 2009). Non avendo una discendenza legò per testamento, come altri munifici docenti e umanisti del periodo, la sua libreria al monastero di San Giovanni di Verdara che in quel momento, grazie al recente passaggio nelle mani dei canonici lateranensi, era divenuto un palpitante centro culturale.

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cronologia

tipologia tomba

posizione nell'edificio

Chiostro del Noviziato, lato nord.

provenienza

Padova, chiesa di San Giovanni di Verdara.

matriali e tecniche

Pietra bianca di Nanto.

iscrizioni

stato di conservazione

note storico-critiche

La tomba per Modesto Polenton fu commissionata da Alda Brazolo, moglie del defunto (Foladore 2009) e figlia di Francesco, ugualmente giureconsulto. Venne ideata come memoria da apporre nella chiesa dei lateranensi di San Giovanni di Verdara (Benucci, Calore 2005), frequentata dalla famiglia e che aveva lì un altare. Il sepolcro scolpito era posizionato al centro della cappella e una possibile ricostruzione di come coesistessero lastra e dedica epigrafica, è stata tentata da Foladore (Foladore 2009). L’attribuzione allo scalpello di Antonio degli Abbati, attivissimo proprio nel convento di San Giovanni dove conobbe personalmente Modesto, venne proposta da Calore (Calore 2001; Benucci, Calore 2005) sia per contesto artistico che per vicinanza stilistica. Il docente è raffigurato con una splendida toga dalle larghe maniche e dal colletto in ermellino, adagiato sul cuscino e accompagnato nel sonno eterno dai libri, motivo imprescindibile per ogni tributo ai professori fino almeno alla seconda metà del sedicesimo secolo. Il perimetro della lastra è composto invece da due cornici gustosamente elaborate contenenti la prima, più interna, una treccia continua con i quattro angoli recanti i blasoni familiari Polenton e Brazzoli, la seconda scolpita con racemi fogliati, fiori, frutti e quattro ogive vacue del gusto classico già in auge dal decennio donatelliano. Decorazioni simili sono spesso elaborato dai Minello, presenti a Verdara proprio con il monumento a Calfurnio di pochi anni successivo a questo per Modesto. L’attuale collocazione della lastra ed epigrafe nel chiostro del Noviziato si deve agli spostamenti e salvataggi richiesti da Selvatico ed effettuati da Andrea Gloria nel 1871.

bibliografia

Annalisa Belloni, Professori giuristi a Padova nel secolo XV, V. Klostermann, Frankfurt am Main 1986, p. 349; Andrea Carlore , La famiglia Rizzi Polenton e il suo palazzo in contrada S. Leonardo ‘intra’, in «Padova e il suo Territorio» XVI( 2001), 92, pp. 31-35; Franco Benucci, Andrea Calore, La famiglia Rizzi Polenton e il suo palazzo in contrada S. Leonardo “intra” a Padova, La Garangola, Padova 2005; Giulia Foladore, Il racconto della vita e la memoria della morte nelle iscrizioni del corpus epigrafico della basilica di Sant’Antonio di Padova (secoli XIII- XV), XXI ciclo della scuola di dottorato in Scienze storiche dell’Università di Padova, supervisori Professoressa Nicoletta Giovè Marchioli, Professore Antonio Rigon, 2009 Padova, vol. I, 161-162, vol. II, pp. 39-40 ;Giulia Foladore, L’ultima memoria di Modesto Polento: la sua epigrafe funeraria, in «Padova e il suo Territorio» XXIV(2009), 139, pp.15-17 ; Paolo Viti, Polenton Sicco, in Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto dell’Enciclopedia italiana, Roma 2015, vol. 84, pp. 561-564; L’Umanesimo di Sicco Polenton. Padova, la Catinia, i Santi, gli Antichi, Atti del convegno internazionale di studi (Padova, 17-18 maggio 2019), a cura di Giovanna Baldissin Molli, Franco Benucci, Rino Modonutti, Centro Studi Antoniani, Padova 2020.

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