biografia
Il professore Giovanni Battista Rainis non è stato oggetto di attenzioni specifiche da parte degli studiosi moderni, tuttavia all’epoca “fu professore di somma riputazione possedendo una vera e soda Giurisprudenza” (Ferretto 1810). Le principali notizie biografiche su di lui si ricavano dal collega Papadopoli: il 28 luglio 1694 ottenne la cattedra di Diritto Civile de sero e nel 1701 e almeno nel 1705 fu presidente del Collegio dei Giuristi (Papadopoli 1726; Facciolati 1757; per un documento: Frova 2010). Insegnò con competenza e decoro per molti anni all’Università, nonostante la grave apoplessia che gli aveva causato la paralisi del lato destro del corpo. La salute malferma gli impedì più volte di fare lezione nel biennio 1717-1718. Il collega Antonio Vallisneri, che era solito redigere certificati medici per i professori che dovevano giustificare l’assenza alle lezioni, gli prescrisse alcune cure (Masat Lucchetta 1982). Se è giusta l’identificazione proposta da Zen Benetti (2002) del “signor Rainis” nel nostro Giovanni Battista, si viene a sapere che a date precoci, nel 1689, egli era assente da Padova perché si trovava a Roma. Emerge, inoltre, il fatto che non fosse del tutto imparziale nelle valutazioni universitarie, “essendo invalsa opinione universale tra scolari ch’egli sia parcialissimo con quelli della sua scola e rigidissimo con tutti gli altri”, tanto da ricevere una “grandissima romancina”, un deciso rimprovero (Zen Benetti 2002). Alla sua morte (1725) la cattedra passò ad Antonio Bombardini. Ferretto ricorda la donazione dei suoi libri all’Università (“con suo testamento a quella dell’Università unì la copiosa e pregievole sua libraria”), portati il 3 agosto nella Biblioteca Universitaria (Girardi 1872; Pesenti Marangon 1979). Gli eredi di Rainis donarono un suo ritratto – con un’iscrizione celebrativa composta dal capitanio Giovanni Alvise Mocenigo – alla Biblioteca Universitaria, dov’è conservato tutt’ora (Pesenti Marangon 1979). La lastra tombale, che specifica che il defunto visse settantacinque anni, permette ora di fissare con un ragionevole margine di dubbio l’anno di nascita al 1650, la sua cittadinanza veneziana e la precisa data di morte: il X dalle calende di agosto, ovvero il 23 luglio 1725. Dei familiari di Rainis sono note soltanto due sorelle, Agata e Cecilia, i cui nomi ricordano la chiesa dedicata alle omonime sante posta un tempo tra via Isabella Andreini e via San Gregorio Barbarigo (Toffanin 1988); tale coincidenza permette di ipotizzare che i Rainis risiedessero nella stessa zona.
cronologia
tipologia tomba
ubicazione
posizione nell'edificio
Navata, verso l’altare maggiore, sulla destra, a pavimento.
autori
matriali e tecniche
Pietra rosa incisa, rosso ammonitico di Verona.
stato di conservazione
note storico-critiche
Ferretto registra l’iscrizione di Giovanni Battista Rainis “davanti l’altar maggiore” della chiesa di Santa Caterina e quella della sorella Cecilia “in una picciola pietra con le parole quasi scancellate” verso il centro della navata (Ferretto 1810; ancora oggi esistente). La lastra di Cecilia, morta nel 1714 era stata voluta dallo sconsolato fratello (“amatissimae sorori amatissimus frater Joannes Baptista Rainis [posuit]”), mentre la lapide di Giovanni Battista fu voluta dalla sorella Agata. L’iscrizione, che presenta anche lo stemma del defunto, è circondata da una cornice in Rosso veronese probabilmente coeva.
bibliografia
Nicolai Comneni Papadopoli Historia Gymnasii Patavini, apud Sebastianum Coleti, Venetiis 1726, I, pp. 31, 159, 161; Jacobi Facciolati Fasti Gymnasii Patavini, Typis Seminarii, Patavii 1757, III, pp. 138, 143, 159, 186; Giacomo Ferretto, Iscrizioni sacre e profane della città di Padova parte omesse nelle sue collezioni MDCCI e MDCCVIII da Jacopo Salomonio e parte le posteriormente scoperte e poste raccolte e con varie annotazioni illustrate da me D. Giacomo Ferretto di Monselice, 1810, manoscritto, Padova, Biblioteca Civica, BP.1.992, I, pp. 160-161; Marco Girardi, Relazione storico-descrittiva sulla Regia Biblioteca Universitaria di Padova, Tipografia Editrice F. Sacchetto, Padova 1872, p. 21; Tiziana Pesenti Marangon, La Biblioteca Universitaria di Padova. Dalla sua istituzione alla fine della Repubblica veneta (1629-1797), Antenore, Padova 1979, pp. 123-127 e passim; Paola Masat Lucchetta, Nuovi documenti per la biografia di Antonio Vallisneri, «Quaderni per la Storia dell’Università di Padova», 15 (1982), pp. 131-145: 139; Giuseppe Toffanin, Cento chiese padovane scomparse, Editoriale Programma, Padova 1988, pp. 21-22; Francesca Zen Benetti, Vita universitaria nelle lettere del cancelliere Carlo Torta all’ufficio dei Riformatori (1681-1710), «Quaderni per la Storia dell’Università di Padova», 35 (2002), pp. 131-161: 144, 155-156; Carla Frova, Il diploma di laurea di Cristoforo Nimira (Padova, 1700), «Quaderni per la Storia dell’Università di Padova», 43 (2010), pp. 315-324.