ROCCABONELLA PIETRO

biografia

Pietro Roccabonella (ca. 1425-1491) nacque a Venezia attorno al 1425, figlio di Ludovico Roccabonella di Conegliano, dottore in arti e medicina, e fratello di Niccolò, anche lui medico e autore del famoso Codice Rinio della Biblioteca Nazionale Marciana (cod. Marc. Lat. VI, 59 = 2548). Studiò filosofia a Padova sotto Gaetano Thiene (1387-1465) e medicina con Sigismondo Polcastro (1384-1473): si laureò in arti il 1° luglio 1449, e quindi in filosofia e medicina nel 1459. Insegnò filosofia dal 1450 al 1459, anno in cui fu trasferito alla cattedra di medicina teorica ordinaria in secondo luogo. Nel 1463 seguì l’ambasciatore veneziano presso il re di Francia e fu sostituito da Giovanni dall’Aquila. Nel 1475 tornò al secondo luogo di medicina teorica ordinaria, ottenendo quindi il primo luogo il 15 marzo 1487. Nel 1476 curò l’edizione del Canon medicinae di Avicenna per i tipi di Johannes Herbort. Morì di peste nel 1491 e fu sepolto nella chiesa di San Francesco Grande (Facciolati 1757; Ongaro, in Del Negro 2015).

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cronologia

tipologia tomba

posizione nell'edificio

Braccio destro del transetto, sopra la porta per la cappella di San Gregorio; braccio sinistro del transetto, sopra la porta che conduce in sacristia.

provenienza

Padova, San Francesco Grande.

matriali e tecniche

Bronzo, marmo scolpito.

iscrizioni

stato di conservazione

note storico-critiche

Il monumento funebre si presenta oggi suddiviso in due parti: nella parete meridionale del transetto destro è murata la lastra con la “statua cathedrata” del docente, come la definisce Scardeone (1560), ovvero l’altorilievo in bronzo con il ritratto dello studioso alla scrivania, immerso tra i libri; nelle due nicchie aperte nelle paraste marmoree laterali si trova una coppia di putti con lo stemma Roccabonella. Due targhe poste al di sopra delle stesse nicchie ci informano che il defunto aveva insegnato per quarant’anni filosofia e medicina e che era vissuto sessantaquattro anni. Ai piedi del ritratto l’epigrafe, ugualmente in bronzo, tesse le lodi dell’umanista e attesta che il monumento fu inaugurato nel 1498 per volontà del fratello Andrea e di Ludovico, figlio di quest’ultimo e nipote di Pietro. Specularmente, nel transetto sinistro, è murato il rilievo bronzeo con la Madonna con il Bambino in trono tra i Santi Francesco e Pietro martire, un tempo appartenente al medesimo complesso e ancora oggi in ottimo stato (manca il pugnale originariamente conficcato nel petto di san Pietro). Poco sappiamo riguardo alla struttura originaria del cenotafio, che dovette essere smembrato assai precocemente. Grazie al testamento del fratello di Pietro, Andrea Roccabonella, dettato il 4 ottobre 1506, apprendiamo che il mausoleo si ergeva in sacristia, un ambiente destinato a essere eliminato, di lì a poco, nel corso della ristrutturazione della chiesa protrattasi per tutto il primo quarto del Cinquecento. Il testatore disponeva che il monumento fosse trasferito nella cappella maggiore del nuovo edificio, non appena fosse stata completata. I francescani non dovettero tuttavia acconsentire a tale richiesta, dal momento che Marcantonio Michiel, nel secondo quarto del XVI secolo, vedeva “la sepoltura di bronzo […] con la sua effigie naturale intiera” nella “fronte del corno sinistro” (ed. 1800). Con questa espressione, di non immediata comprensione, lo storico cinquecentesco intendeva verosimilmente il punto dove il primo rilievo si trova tuttora, ovvero nella testata della navata destra, all’incrocio con il transetto: tale ipotesi sembrerebbe confermata dal fatto che la lastra è coronata da una lunetta affrescata a grisaille con la Madonna con il Bambino tra due angeli musicanti databile appunto al primo Cinquecento (Galli, in Bacchi e Giacomelli 2008). In quella posizione l’autore poteva inoltre ammirare ancora le “colonne con li quattro puttini, e gli altri ornamenti” e, “in ditto corno sinistro”, la “palla de bronzo” che “solea essere frontispizio alla sepoltura detta”. Il termine ‘frontispizio’ suggerirebbe che la Madonna sormontasse un tempo il ritratto: nonostante le ampie dimensioni dei due rilievi, questa ricostruzione non andrà esclusa, tenendo soprattutto conto del fatto che l’immagine di Roccabonella nello studio doveva collocarsi all’interno di una struttura lapidea complessa, che comprendeva anche le colonne e i quattro putti (oggi ridotti a due) descritti da Michiel. La Sacra Conversazione, inserita all’interno di un’elegante cornice marmorea verosimilmente databile all’inizio del Cinquecento, peregrinò in seguito per la chiesa, servendo dall’inizio del Settecento come pala d’altare della prima cappella a sinistra entrando. Infine, solo nel 1817, fu montata nel transetto sinistro, a pendant del ritratto Roccabonella. Dalle pagine di Michiel evinciamo inoltre preziose informazioni sugli artefici dell’opera: al padovano Bartolomeo Bellano (1437/1438-1497) spettano infatti entrambe le lastre e i due Putti reggi-stemma. Tuttavia, lo scultore morì prima di terminare il complesso – la sua ultima attestazione in vita risale all’ottobre 1495 – e la rinettatura della lastra con la Madonna e santi fu perciò demandata ad Andrea Briosco detto il Riccio (1470-1532), cui spettano, come puntualmente segnalato dallo stesso Michiel, anche le tre figurette di Virtù teologali – Fede, Speranza, Carità – poste sulle mensole sotto il baldacchino nel seggio del professore (Michiel, ed. 1800; Rossetti 1765; Brandolese 1795; Bode 1891; Moschetti 1914; Scrinzi 1926; Planiscig 1927; Bettini 1931; Pignatti 1953; Krahn 1988; Poeschke 1993; Carrington 1996; Krahn 2001; Galli, in Bacchi e Giacomelli 2008).

bibliografia

Bernardinii Scardeonii De antiquitate urbis Patavii et claribus civis Patavini, ex officina Nicolai Episcopii iunioris, Basilea 1560, pp. 374, 421; Iacobi Philippi Thomasini Urbis Patavinae inscriptiones sacrae, et prophanae, Typis Sebastiani Sardi, Patavii 1649, 230-31.57; Jacobi Salomoni Agri patavini Inscriptiones sacrae et prophanae, Sumptibus Jo. Baptistae Caesari Typogr. Pat., Padova1701, p. 377.73; Jacobi Facciolati Fasti gymnasii Patavini, Typis Seminarii, Patavii 1757, p. 105; Giovanni Battista Rossetti, Descrizione delle pitture, sculture, ed architetture di Padova. Con alcune Osservazioni intorno ad esse, ed altre curiose notizie, Padova 1765, pp. 165, 168; Pietro Brandolese, Pitture, sculture, architetture, ed altre cose notabili di Padova nuovamente descritte, Padova 1795, p. 247; Marcantonio Michiel, Notizia d’opere di disegno (1521-1543), a cura di Iacopo Morelli, Bassano 1800, pp. 12-13; Giacomo Ferretto, Iscrizioni sacre e profane della città di Padova parte omesse nelle sue collezioni MDCCI e MDCCVIII da Jacopo Salomonio e parte le posteriormente scoperte e poste raccolte e con varie annotazioni illustrate da me D. Giacomo Ferretto di Monselice, manoscritto, Padova 1810, Biblioteca Civica, BP.1.992, c. 163-164; Wilhelm von Bode, Lo scultore Bartolomeo Bellano da Padova, «Archivio Storico dell’Arte», 4 (1891), pp. 397-416: p. 404; Andrea Moschetti, Un quadriennio di Pietro Lombardo a Padova (1464-1467) con un’appendice sulle date di nascita e di morte di Bartolomeo Bellano, parte II, «Bollettino del Museo Civico di Padova», 17 (1914), pp. 1-43: pp. 38-43; Alessandro Scrinzi, Bartolomeo Bellano, «L’Arte », 29 (1926), pp. 248-260: pp. 255-256; Leo Planiscig, Andrea Riccio, Wien 1927, pp. 68-74; Sergio Bettini, Bartolomeo Bellano “ineptus artifex”?, «Rivista d’Arte», 13 (1931), pp. 45-108: pp. 96-98; Terisio Pignatti, Gli inizi di Andrea Riccio, «Arte Veneta», 7 (1953), pp. 25-38: p. 26; Volker Krahn, Bartolomeo Bellano. Studien zur Paduaner Plastik des Quattrocento, München 1988, pp. 183-204; Joachim Poeschke, Donatello and His World. Sculpture of the Italian Renaissance, New York 1993, p. 457; Jill Emilee Carrington, Sculpted Tombs of the Professors of the University of Padua, c. 1358-c. 1557, Ph. D. Dissertation, Syracuse (New York) 1996, pp. 382-395; Volker Krahn, Bartolomeo Bellano, in Donatello e il suo tempo. Il bronzetto a Padova nel Quattrocento e nel Cinquecento. Catalogo della mostra (Padova, Musei Civici, 8 aprile-15 luglio 2001), a cura di Adriana Augusti e Monica De Vincenti, Milano 2001, pp. 63-91: p. 90, cat. 10; Aldo Galli, in Rinascimento e passione per l’antico. Andrea Riccio e il suo tempo. Catalogo della mostra (Trento, Museo Diocesano e Castello del Buonconsiglio, 5 luglio-2 novembre 2008), a cura di Andrea Bacchi e Luciana Giacomelli, Trento 2008, pp. 262-265, cat. 12; Giuseppe Ongaro, Roccabonella Pietro, in Clariores. Dizionario biografico dei docenti e degli studenti dell’Università di Padova, a cura di Piero Del Negro, Padova 2015, p. 282.

autore scheda

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