cronologia
tipologia tomba
ubicazione
posizione nell'edificio
Cattedrale di Santa Maria Assunta, cappella di Sant’Antonio abate, atrio nord.
provenienza
Padova, Cattedrale di Santa Maria Assunta, cappella di San Giorgio.
autori
matriali e tecniche
Pietra chiara, marmo bianco, marmo nero.
stato di conservazione
note storico-critiche
Nell’atrio nord della Cattedrale padovana si trovano i monumenti di Sperone Speroni e della figlia Giulia, uno di fronte all’altro. Come ricordano le iscrizioni murate nella parte più interna dello stesso atrio, essi hanno trovato questa collocazione durante la ristrutturazione della chiesa nel 1756, quando si distrusse la cappella di San Giorgio, luogo originario di collocazione dei complessi lapidei (Salomonio 1701), ed essi furono trasferiti in quella che era allora la cappella di Sant’Antonio abate. A salvare le memorie famigliari e a collocarle dove si trovano oggi fu uno degli ultimi discendenti di Sperone, il canonico bibliotecario Ginolfo Speroni degli Alvarotti, il quale aveva salvato anche l’iscrizione di Bovettino Bovettini murata all’esterno della Biblioteca Capitolare e altre iscrizioni medievali conservate invece all’interno dello stesso edificio. Come ricorda Giacomo Filippo Tomasini (1630), il busto di Speroni, raffigurato con al collo la croce di cavaliere, fu iniziato da Girolamo Campagna e portato a termine dall’udinese Girolamo Paliari (“Campagna coepit, Paleari absoluit”), che firma il busto (“Gir. Pal. Vd.”). A causa dell’errata interpretazione di alcuni documenti, il busto di Speroni era stato fin dal Settecento attribuito a Francesco Segala, ma le ricerche più recenti di Luca Siracusano (2015), al quale si rimanda per le precisazioni bibliografiche, hanno sciolto i nodi sulla paternità e sulla cronologia dei due monumenti. A far costruire dal 1592 il monumento di Sperone fu la figlia Giulia, moglie di Alberto Conti, ma ancora nel 1603 esso era privo del busto e di una delle iscrizioni, probabilmente quella più in basso, relativa alla committenza di Giulia. Inoltre, il testamento del canonico Sperone Conti, del 1631 ma pubblicato nel 1633, imponeva al nipote Manfredo Conti di “far mettere in Domo le due statue di marmo nella capella Sperona”, pertanto i due busti di Giulia e del padre, compiuti entro questa data, devono essere stati collocati in chiesa poco dopo. Al vertice della struttura architettonica del monumento, d’ordine ionico, il timpano conserva l’anello metallico a cui doveva essere originariamente agganciata l’arma familiare del celebrato. Il dirimpettaio monumento di Giulia Speroni de Conti, per sua volontà identico e simmetrico a quello del padre, se ne differenzia però per la mancanza di iscrizioni e di ogni pur residuale traccia araldica.
bibliografia
Iacobi Philippi Thomasini Illustrium virorum elogia iconibus exornata, apud Donatum Pasquardum & Socium, Patavii 1630, pp. 85-94; Iacobi Philippi Thomasini Urbis Patavinae inscriptiones sacrae, et prophanae, Typis Sebastiani Sardi, Patavii 1649, pp. 9-10; Jacobi Salomoni Urbis Patavinae inscriptiones sacrae et prophanae, sumptibus Jo. Baptistae Caesari Typogr. Pat., Patavii 1701, pp. 6-7; Giovambattista Rossetti, Descrizione delle pitture, sculture ed architetture di Padova, nella Stamperia del Seminario, in Padova 1765, p. 132; Giovambattista Rossetti, Descrizione delle pitture, sculture ed architetture di Padova, nella Stamperia del Seminario, in Padova 1780, p. 132; Pietro Brandolese, Pitture sculture architetture ed altre cose notabili di Padova nuovamente descritte, a spese di Pietro Brandolese, in Padova 1795, pp. 125-126; Giannantonio Moschini, Guida per la città di Padova all’amico delle Belle Arti, a spese de’ Fratelli Gamba, Venezia 1817, pp. 68-69; Pietro Selvatico, Guida di Padova e dei principali suoi contorni, Tipografia e Libreria Editrice F. Sacchetto, Padova 1869, pp. 119-120; Valerio Vianello, Il letterato, l’accademia, il libro. Contributi sulla cultura veneta del Cinquecento, Antenore, Padova 1988; Marco Sgarbi, Speroni Sperone, in Clariores. Dizionario biografico dei docenti e degli studenti dell’Università di Padova, a cura di Piero Del Negro, Padova University Press, Padova 2015, pp. 308-309; Luca Siracusano, I monumenti della cappella Speroni e lo scultore Girolamo Paliari, in La Cattedrale di Padova. Archeologia Storia Arte Architettura, a cura di Girolamo Zampieri, L’Erma di Bretschneider, Roma 2015, pp. 461-482; Luca Piantoni, Speroni, Sperone (degli Alvarotti), in Dizionario Biografico degli Italiani, 93, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 2018, pp. 581-586; Marsel Grosso, “Scultore in parole”. Francesco Sansovino e la nascita della critica d’arte a Venezia. Con il dialogo intitolato “Tutte le cose notabili e belle che sono in Venetia” (1556), Officina Libraria, Roma 2022.